P alazzo dei Papi, poi dei Savoia e poi del presidente della Repubblica, il Quirinale resta, mentre tutto passa, cambiano epoche, cadono regimi. E ogni momento, nelle stanze in cui è passata la storia, è stato misurato dallo scorrere delle lancette di più di duecento pendole e orologi.
Si tratta della più importante collezione italiana di questi veri e propri gioielli di meccanica ed ebanisteria, costruiti dal 1600 al secolo scorso e raccolti prevalentemente dalla casa regnante sabauda. Tutti gli esemplari custoditi al Quirinale, in prevalenza di manifattura francese, sono perfettamente funzionanti, mantenuti ancora oggi da ricercatissimi artigiani, che non solo conservano, ma aggiustano ricreando ingranaggi usurati che sono impossibili da trovare sul mercato.
Grazie a loro è nata una vera e propria 'diplomazia degli orologi'. Più di una volta, infatti, i capi di Stato ospiti del presidente della Repubblica hanno avuto modo di ammirare i preziosi soprammobili e di spiegare che anche loro, nei loro palazzi, ne avevano di simili ma... Irrimediabilmente rotti. E purtroppo, a dispetto dell'estetica, non c'è nulla di più proverbialmente inutile di un orologio rotto.
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Sergio Mattarella si è allora offerto di inviare, come novelli agenti speciali, gli orologiai e gli ebanisti del Colle, per restituire il ticchettio alle sale presidenziali dei paesi alleati. Piccoli gesti, sicuramente, ma molto apprezzati dai Presidenti amici, e vetrina dell'eccellenza degli artigiani italiani.
Da venerdì 4, quarantotto degli esemplari più rari e curiosi saranno esposti al pubblico, in una mostra che resterà aperta fino al 1 luglio. “Il Quirinale ”Casa degli italiani“, ha spiegato Mattarella inaugurando la mostra, accoglie il pubblico conducendolo alla scoperta di un inestimabile patrimonio artistico e svela la maestria di chi presta la sua opera nella sede della Presidenza della Repubblica”.
Tra i più pregiati orologi, per lo più raccolti dalla casa Sabauda dalle regge preunitarie, la cassa della Manifattura Granducale fiorentina, creata nel 1692 per Cosimo III de Medici. Ma anche la pendola a torre dell'inglese Robert Higgs, presente fin dall'epoca dei Papi. Si passa dallo stile rocaille al gusto per le chinoiserie tipico della metà del Settecento francese. Spicca poi lo stile Impero, i molti esemplari figurativi del periodo del Congresso di Vienna e infine lo stile ottocentesco borghese. Complice il restauro, è esposto anche un pregiato orologio firmato da Gilles Martinot, l'orologiaio di Luigi XIV, 'esploso' e cioè aperto per poter ammirare i delicatissimi meccanismi. Un video racconta l'arte del restauro, per un piccolo tesoro, noto ai collezionisti di tutto il mondo ma sconosciuto al pubblico, almeno fino a ora.