Mentre a Chioggia si fa rovente la polemica sulla spiaggia 'nera' e in Aula si discute di apologia del fascismo con il disegno di legge Fiano, Laura Boldrini, a margine del convegno "Europa, quale futuro", esprime tutto il suo disappunto sui monumenti fascisti che "mettono a disagio molte persone". Ciò che accade in Italia "non avviene in Germania dove i simboli del nazismo non ci sono più. Rispetto la loro sensibilità ma è evidente che in Italia questo passaggio non c'è stato". L'auspicio della presidente della Camera è quindi quello di cancellare le testimonianze del periodo più buio del Novecento italiano. Niente di più sbagliato, fanno sapere dalla provincia di Forlì Cesena, impegnata da due anni nel progetto europeo Atrium: una rotta che unisce e mette a sistema diverse città d'Europa accomunate da monumenti razionalisti, simbolo di vecchi regimi "neri o rossi che siano".
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"Un conto sono i gadget, un conto la storia"
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Il progetto invita tutti i comuni degli 11 Paesi che hanno aderito all'iniziativa (Italia, Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Romania, Croazia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Grecia) a valorizzare i monumenti e a proporre iniziative in grado di scaturire una riflessione storica e culturale. Ma attenzione, spiega all'Agi Elisa Giovannetti, assessore alla cultura del comune di Forlì e presidente di Atrium, il progetto è quanto di più lontano ci sia dalla propaganda fascista. E lo ribadisce più volte nel corso dell'intervista. "Si tratta di un progetto pensato per dire no a ogni totalitarismo - qualsiasi sia il suo colore - e per sostenere la democrazia. Ma non è possibile abbracciare la democrazia senza conoscere la storia e imparare dagli errori". Della stessa opinione è anche il sindaco Pd di Predappio, Giorgio Frassineti: "La nostra è una condanna assoluta al fascismo", ha ribadito all'Agi. Chi pensa che il paese di nascita di Benito Mussolini sia preso d'assalto dai nostalgici del duce sbaglia di grosso: "La nostra città è visitata da scuole, da appassionati di storia. Ci sono anche i fanatici del regime ma sono la minoranza", assicura il primo cittadino che sulla legge Fiano ha mostrato perplessità perché "un conto è vietare i gadget e un conto è vietare la storia".
"Importante tutelare l'architettura dei regimi"
E non è solo una questione 'didattica': "Il messaggio che vogliamo che passi è che il patrimonio artistico del '900 ha lo stesso valore di quello di altre epoche, ma viene sottovalutato", spiega Giovannetti. "E' importante iniziare a pensarci e a tutelarlo, ora che sono passati più di 70 anni". E qualcosa si sta già muovendo: "Anche il ministro Franceschini ha mostrato interesse", continua l'assessore che assicura come al contrario di quello che si pensa "restaurare questo tipo di edifici non è affatto semplice: le tecniche usate sono svariate e avendo avuto una durata breve non si sono standardizzate. Questo rende più difficile il lavoro degli esperti".
Un percorso di cultura e riflessione
Ma quanto vale il progetto Atrium e quanti turisti attira? "Difficile fare una stima", spiega Giovannetti. "Non abbiamo dei dati specifici sul flusso turistico. Possiamo sapere quanti sono i visitatori totali di Forlì - all'incirca 200mila annui - ma non sappiamo cosa li attira. O meglio, lo immaginiamo ma non possiamo dirlo con certezza. Abbiamo unito ai percorsi tradizionali nuove mostre sull'epoca fascista e questo di sicuro è stato apprezzato". C'è da dire, comunque, che "l'obiettivo non è quello del ritorno economico, ma di proporre un percorso culturale e riflessivo".