R oma- E' morto a 54 anni Tommaso Labranca, scrittore e autore radiofonico e televisivo discusso, protagonista negli anni '90 di quella ondata creativa che ebbe il proprio fulcro nel culto del 'trash' e produsse fenomeni come la generazione di 'cannibali' con nomi del calibro di Niccolo' Ammaniti, Aldo Nove e Andrea G. Pinketts. A darne notizia e' stato Milo Miler, che gli aveva affidato la direzione di 'Tipografia Helvetica', rivista culturale che nelle intenzioni di Labranca doveva abbattere il confine culturale italosvizzero. Gianni Biondillo ne ricorda "la visione pessimista dei social" che lo aveva spinto a scomparire dalla rete mandando i suoi post a pochi amici, in una lista che aveva chiamato 'LabrancaForDummies'."Delle cose che Tommaso, clandestinamente, aveva messo on line in questi anni non c'e' piu' nulla" scrive Biondillo su 'Nazione Indiana', "la sua sembrava una lotta fra un mondo culturale che sembrava lo avesse dimenticato e lui che cercava di far scomparire le tracce della sua presenza in un Paese ingrato come l'Italia".Ideatore nei primissini anni '90 della fanzine 'Trashware', aveva pubblicato per Castelvecchi 'Andy Warhol era un coatto' e 'Estasi del pecoreccio'. E' stato autore di programmi di successo come 'Anima' mia', condotto da Fabio Fazio e Claudio Baglioni e 'La bella estate' su Radio 24.Il suo ultimo libro 'Vraghinaroda. Viaggio allucinante fra creatori, mediatori e fruitori dell'arte' era stato autopubblicato: le case editrici italiane lo chiamavano solo per biografie di attori o cantanti trash-pop."Tommaso era di una intelligenza lucida e geniale. Era un intellettuale nella accezione piu' nobile che si possa dare a questa parola. Ci sono scrittori che usano le parole degli altri. E, rarissimi, ci sono scrittori che "inventano" parole e concetti che tutti poi usano (spesso senza citare la fonte). Tommaso era uno di questi. Era un inventore di pensieri collettivi" agginge Biondillo. (AGI)