Michelangelo e Vasari, lettere all'"amico caro"
Michelangelo e Vasari, lettere all'"amico caro"

Michelangelo e Vasari, lettere all'"amico caro"

Un ritratto di Giorgio Vasari
Un ritratto di Giorgio Vasari
Il restauro di un significativo nucleo di lettere di Michelangelo Buonarroti indirizzate a Giorgio Vasari e la digitalizzazione dell'intero archivio, interventi promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, rappresentano l'occasione per esporre per la prima volta a Firenze i documenti più rilevanti di questo fondo, conservato ad Arezzo presso il Museo Casa Vasari 
Il restauro di un significativo nucleo di lettere di Michelangelo Buonarroti indirizzate a Giorgio Vasari e la digitalizzazione dell'intero archivio, interventi promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, rappresentano l'occasione per esporre per la prima volta a Firenze i documenti più rilevanti di questo fondo, conservato ad Arezzo presso il Museo Casa Vasari 
 Un ritratto di Michelangelo Buonarroti
 Un ritratto di Michelangelo Buonarroti
Il Buonarroti ringrazia il Vasari della lettera inviatagli in occasione del battesimo di Buonarroto, figlio di suo nipote Leonardo Buonarroti. Ritiene tuttavia che quest’ultimo abbia organizzato una festa eccessivamente sfarzosa per celebrare la nascita del figlio
Il Buonarroti ringrazia il Vasari della lettera inviatagli in occasione del battesimo di Buonarroto, figlio di suo nipote Leonardo Buonarroti. Ritiene tuttavia che quest’ultimo abbia organizzato una festa eccessivamente sfarzosa per celebrare la nascita del figlio
La lettera inizia con un sonetto del Buonarroti: Giunto è già l corso della vita mia, con tempestoso mar, per fragil barca, al comun porto, ov'a render si varca conto e ragion d'ogni opra trista e pia...
La lettera inizia con un sonetto del Buonarroti: Giunto è già l corso della vita mia, con tempestoso mar, per fragil barca, al comun porto, ov'a render si varca conto e ragion d'ogni opra trista e pia...
Il Buonarroti informa il Vasari di aver ricevuto la visita di messer Lionardo, camerier del duca (Leonardo Marinozzi, cameriere di Cosimo de’ Medici), che gli ha nuovamente presentato le offerte dello stesso duca per convincerlo a venire a Firenze. Michelangelo però non può lasciare la fabrica di Santo Pietro (basilica di San Pietro in Vaticano) fino alla conclusione dei lavori e chiede al Vasari per l’amor di Dio e di Santo Pietro di farlo presente al duca. Sentendosi prossimo alla morte, prega perché gli sia concesso di vivere ancora qualche anno.
Il Buonarroti informa il Vasari di aver ricevuto la visita di messer Lionardo, camerier del duca (Leonardo Marinozzi, cameriere di Cosimo de’ Medici), che gli ha nuovamente presentato le offerte dello stesso duca per convincerlo a venire a Firenze. Michelangelo però non può lasciare la fabrica di Santo Pietro (basilica di San Pietro in Vaticano) fino alla conclusione dei lavori e chiede al Vasari per l’amor di Dio e di Santo Pietro di farlo presente al duca. Sentendosi prossimo alla morte, prega perché gli sia concesso di vivere ancora qualche anno.
Il Buonarroti, rispondendo al Vasari che in una sua lettera lo esortava  a partire per Firenze, spiega di non voler lasciare incompiuti i lavori alla fabrica di Santo Pietro di Roma (basilica di San Pietro in Vaticano). Significherebbe la rovina del cantiere e sarebbe disdicevole per lui abbandonare un incarico conferitogli dieci anni prima da Paolo III, anche se allora gli venne imposto contro la sua volontà. Teme poi di perdere le sue proprietà, partendo senza licenza, ed è ormai vecchio e malandato per viaggiare, come maestro Eraldo (il medico Realdo Colombo) può confermare. Se lascerà Roma, dove giunse quando ancora era vivo papa Clemente VII che morì due giorni dopo il suo arrivo, sarà per non tornarvi più e dunque prima ha molte cose da sistemare. È lusingato del fatto che lo stesso duca (Cosimo de’ Medici) gli abbia scritto per convincerlo a venire a Firenze, pur avendo dovuto rifiutare la proposta a malincuore.
Il Buonarroti, rispondendo al Vasari che in una sua lettera lo esortava  a partire per Firenze, spiega di non voler lasciare incompiuti i lavori alla fabrica di Santo Pietro di Roma (basilica di San Pietro in Vaticano). Significherebbe la rovina del cantiere e sarebbe disdicevole per lui abbandonare un incarico conferitogli dieci anni prima da Paolo III, anche se allora gli venne imposto contro la sua volontà. Teme poi di perdere le sue proprietà, partendo senza licenza, ed è ormai vecchio e malandato per viaggiare, come maestro Eraldo (il medico Realdo Colombo) può confermare. Se lascerà Roma, dove giunse quando ancora era vivo papa Clemente VII che morì due giorni dopo il suo arrivo, sarà per non tornarvi più e dunque prima ha molte cose da sistemare. È lusingato del fatto che lo stesso duca (Cosimo de’ Medici) gli abbia scritto per convincerlo a venire a Firenze, pur avendo dovuto rifiutare la proposta a malincuore.
Michelangelo invia al Vasari il disegno della volta della cappella del re di Francia nella basilica di San Pietro in Vaticano. Nel realizzare il modello da lui fornito, il capo maestro ha sbagliato l’esecuzione della centina (struttura che sostiene la volta durante la costruzione) e pertanto è necessario demolire i lavori realizzati fino al quel momento. Il Buonarroti si sente colpevole in quanto, a causa dell’età avanzata, non si era recato personalmente nel cantiere per controllare. Per ricostruire la volta occorrerà tutto l’inverno ed è per questo motivo che si vede costretto a rimandare la sua partenza per Firenze. Chiede al Vasari di spiegare la situazione al duca Cosimo de’ Medici. La lettera contiene un disegno della volta della cappella di Santa Petronilla nella basilica di San Pietro in Vaticano, conosciuta come cappella del re di Francia. Realizzato a matita nera, carboncino e sanguigna, mostra due sezioni verticali della volta; nella sezione in basso è segnata in rosso la curvatura errata della centina.
Michelangelo invia al Vasari il disegno della volta della cappella del re di Francia nella basilica di San Pietro in Vaticano. Nel realizzare il modello da lui fornito, il capo maestro ha sbagliato l’esecuzione della centina (struttura che sostiene la volta durante la costruzione) e pertanto è necessario demolire i lavori realizzati fino al quel momento. Il Buonarroti si sente colpevole in quanto, a causa dell’età avanzata, non si era recato personalmente nel cantiere per controllare. Per ricostruire la volta occorrerà tutto l’inverno ed è per questo motivo che si vede costretto a rimandare la sua partenza per Firenze. Chiede al Vasari di spiegare la situazione al duca Cosimo de’ Medici. La lettera contiene un disegno della volta della cappella di Santa Petronilla nella basilica di San Pietro in Vaticano, conosciuta come cappella del re di Francia. Realizzato a matita nera, carboncino e sanguigna, mostra due sezioni verticali della volta; nella sezione in basso è segnata in rosso la curvatura errata della centina.
Disegno realizzato in inchiostro bruno raffigurante la pianta della basilica di Massenzio a Roma, nota come basilica di Costantino e Tempio della Pace. Il disegno non è menzionato nella lettera che lo precede e non è dato sapere perché si trovi in questo registro. Si tratta di un disegno fatto eseguire probabilmente dal duca Cosimo de’ Medici perché servisse da modello per la pianta della chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini a Roma.
Disegno realizzato in inchiostro bruno raffigurante la pianta della basilica di Massenzio a Roma, nota come basilica di Costantino e Tempio della Pace. Il disegno non è menzionato nella lettera che lo precede e non è dato sapere perché si trovi in questo registro. Si tratta di un disegno fatto eseguire probabilmente dal duca Cosimo de’ Medici perché servisse da modello per la pianta della chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini a Roma.
 Le preziose lettere all'"amico caro" dall'archivio di Giorgio Vasari
 Le preziose lettere all'"amico caro" dall'archivio di Giorgio Vasari
Un ritratto di Giorgio Vasari
Un ritratto di Giorgio Vasari
Il restauro di un significativo nucleo di lettere di Michelangelo Buonarroti indirizzate a Giorgio Vasari e la digitalizzazione dell'intero archivio, interventi promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, rappresentano l'occasione per esporre per la prima volta a Firenze i documenti più rilevanti di questo fondo, conservato ad Arezzo presso il Museo Casa Vasari 
Il restauro di un significativo nucleo di lettere di Michelangelo Buonarroti indirizzate a Giorgio Vasari e la digitalizzazione dell'intero archivio, interventi promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, rappresentano l'occasione per esporre per la prima volta a Firenze i documenti più rilevanti di questo fondo, conservato ad Arezzo presso il Museo Casa Vasari 
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