R oma - Colpito alla schiena, Giulio Cesare si gira verso il congiurato Publio Servilio Casca Longo. E' il segnale, gli altri congiurati si lanciano su di lui. Cesare riesce a tenere loro testa fino a quando non vede anche Marco Giunio Bruto venirgli incontro. Allora si copre il capo e, esclamando "Anche tu, Bruto figlio mio", si lascia trafiggere dalle ormai storiche 23 pugnalate. Cesare cade sotto i pugnali dei cospiratori le idi di marzo del 44 avanti Cristo, vale a dire il 15 marzo, perché nel corso degli anni era diventato sempre più potente, concentrando su di sé diverse cariche e minacciando l'autorità e il potere del Senato.
Tanto è bastato affinché il personaggio da storico diventasse anche leggendario. Conquistando un posto di rilievo nella letteratura, ispirando pittori, musicisti, scrittori e drammaturghi, da Dante Alighieri a William Shakespeare dal poeta greco Costantino Kavafis a George Clooney, nel film diretto nel 2011.
Fin dai tempi del cinema muto, è stato protagonista di infinite pellicole e nel tempo ha avuto il volto di Marlon Brandon, John Gavin, Rex Harrison. Senza dimenticare le innumerevoli serie televisive a lui dedicate o le numerosissime parodie che lo hanno visto protagonista, come quella di Rene' Goscinny e Albert Uderzo, i creatori di Asterix, un fumetto poi trasposto al cinema dove il "Divo Cesare" e' interpretato prima da Klaus Maria Brandauer poi Alain Delon. Dunque l'agguato di quel lontanissimo 15 marzo ha forse spento un tiranno, ma anche acceso una leggenda rendendo immortale quel "Tu quoque, Brute, fili mi!" di oltre 2 mila anni fa.
Idi , idus in latino, era il nome con cui venivano indicati i giorni più o meno a metà di ciascun mese del calendario romano. I giorni del mese, infatti, non erano numerati progressivamente dal primo all ultimo come oggi, ma erano chiamati in base a una serie di date fisse: il primo giorno del mese erano le calende (calendae), poi veniva il giorno dopo le calende , e poi si iniziavano a contare i giorni che mancavano prima delle altre due festivita' mensili: le none e le idi. Calende, none e idi erano in origine legate al ciclo lunare, ma con il tempo e le diverse riforme del calendario che si succedettero in età romana, il calendario diventò invece solare. L'ultima grande riforma del calendario venne fatta proprio da Giulio Cesare e entrò in vigore nel 45 a.C., con alcuni aggiustamenti fatti dal suo successore Ottaviano Augusto. Questo calendario, detto giuliano, era di 365 giorni e prevedeva gli anni bisestili: fu preciso a sufficienza da diffondersi in tutto l Occidente anche dopo la caduta dell impero, e venne sostituito solo nel 1582 con una riforma del papa Gregorio XIII (il calendario gregoriano che usiamo ancora oggi). (AGI)