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Roma – Favole e fiabe svolgono una funzione fondamentale per la crescita del bambino: nella narrazione, fra chi racconta e chi ascolta, si stabilisce un legame comunicativo forte, ricco di emozioni, di sentimenti, che gratifica il bambino o la bambina dandogli sicurezza. E’ la tesi sostenuta nell’articolo di Caterina Fontana “Non diamo le dimissioni” pubblicato sulla rivista ‘Pianeta salute’, che spiega: “Nel cosiddetto patto narrativo si genera un legame di interscambio e di crescita biunivoca, stabilendo una sorta di contatto magico che lega i due referenti attraverso un cordone ombelicale. Nella scuola dell’infanzia il racconto di una fiaba soddisfa il naturale desiderio che i bambini hanno di sentirsi narrare storie, questo si sviluppa tra i 2 e i 3 anni e dura fino ai 6, quando si evolve ulteriormente per diventare lettura autonoma”.
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Secondo lo psicologo statunitense, Jerome Bruner, ascoltare le favole permette lo sviluppo di quello che lui definisce il pensiero narrativo, la capacità cognitiva attraverso la quale le persone strutturano la propria esistenza e le danno significato. Per mamma e papà raccontare una fiaba o una favola dovrebbe significare raccontare se stessi, le proprie emozioni, i propri sentimenti, cullando il bambino che resta abbracciato alla voce che ascolta, quella voce che gli spalanca le porte della fantasia dove ansia, inquietudine e paura sono messe in un angolo. I genitori quindi “non devono dare le dimissioni” dall’esercitare il proprio ruolo, dalla nuova e straordinaria esperienza che cambia totalmente esistenza e priorità. I genitori non sono amico o amica, sorella o fratello, sono mamma e papà. I genitori sono per natura i primi educatori, sono cioè i primi a introdurre la figlia o il figlio al rapporto con la realtà. Senza un giusto approccio, il rapporto con la realtà diventa puramente reattivo-istintivo. I genitori danno sé stessi, la propria vita, il senso della propria relazione, il valore, la sensibilità. Tutto questo più è ricco di consapevolezza più è coerente.
Secondo un altro psicologo, Guido Setter, italiano, le fiabe sono importantissime, essenziali per lo sviluppo del bambino e della bambina: raccontare fiabe dovrebbe essere un elemento imprescindibile per tutti i genitori, non solo per gli educatori. Attraverso la fiaba, il bambino o la bambina, inizia, pian piano, a verificare le conseguenze delle singole azioni. I bambini, nelle favole, incontrano personaggi dagli spiccati caratteri sia positivi che negativi, e ciò permette loro di iniziare un dialogo, un confronto su come è giusto essere o comportarsi. Ascoltando una fiaba, i bambini iniziano a distinguere la realtà dalla fantasia. (AGI)
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