I capolavori del genio visionario di Pablo Picasso, visti attraverso una prospettiva inconsueta e interessante: il rapporto con la mitologia greco-romana. Ai quadri, ai disegni e alle sculture dell'artista, sono accostati antichi vasi, ceramiche, placche votive, idoli e statuine che vanno fino al 2500 a.C., ed ecco che dal minotauro, dalle donne con l'anfora sulla testa di Picasso, traspare una filigrana di antichità. Il legame tra l'arte e il mito. A raccontarlo è la mostra Metamorfosi, in programma dal 18 ottobre (e fino al 17 febbraio) a Palazzo Reale. Già 90 mila le prenotazioni per vederla: vale la pena affrettarsi.
"Circa 200 opere divise in 14 sale, e in ognuna Picasso riesce ad evocare una tappa del progetto scientifico, anche con sue citazioni" ha spiegato Pascale Picard, curatrice della mostra e direttrice dei Musei civici di Avignone, durante la presentazione, con l'assessore alla cultura Filippo Del Corno e il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina. Quella che si trova all'inizio del percorso espositivo riassume il senso della sua arte: "la maggior parte dei pittori fabbrica una stampo per le torte. Poi fa sempre le stesse torte. Sono molto contenti. Un pittore non deve mai fare quello che la gente si aspetta da lui. Il peggior nemico di un pittore è lo stile".
Promossa e prodotta da Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira, la mostra fa parte del progetto triennale Picasso-Me'diterrane'e, voluto dal Muse'e Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali. La tappa milanese ha un significato particolare: proprio nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale dove si è tenuta la conferenza stampa, Picasso espose per la prima volta Guernica nel 1953. Le opere raccolte in Metamorfosi arrivano numerose dal Louvre (circa 50), e dal Muse'e National Picasso di Parigi e da altri importanti musei europei come, tra gli altri, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Durante il percorso espositivo l'accostamento delle opere di Picasso a quelle di arte antica faranno emergere chiaramente come lo hanno ispirato e profondamente influenzato. Si comincia dal dipinto del Bacio, l'olio su tela del 1969, attorniato da piccolissimi e antichi frammenti di terracotta di cui si sono salvate appena le labbra degli innamorati. E al centro della sala il Bacio di Rodin.
E così via con le tante raffigurazioni fantastiche presenti nel repertorio mitologico alle quali si rifà Picasso: il minotauro, il fauno, Arianna e gli uccelli. Materiali diversi che vanno dal rame fino alle 15 lastre di argilla che compongono i magnifici "Suonatori". Per finire, nell'ultima sala, con una scultura 'La dama in giardino' del 1930, in ferro saldato utilizzato come materiale di riciclo volutamente dipinto in bianco come il marmo, e una sua citazione: "Chi vede correttamente la figura umana? il fotografo, lo speccio o il pittore?".
A completare l'offerta un cd 'the sound of Picasso' con le musiche che hanno accompagnato il percorso artistico del genio spagnolo, e il corposo catalogo della mostra, edito da Skira. Per informazioni www.palazzorealemilano.it, biglietti da 14 a 6 euro.