S ono passati più di duemila anni da quando l’eruzione del Vesuvio, nel 79 a.C., condannò l’anfiteatro di Pompei a sparire sotto la lava e la cenere. E fu silenzio fino al 1971, anno in cui i Pink Floyd si esibirono in un ‘concerto senza pubblico’, la cui testimonianza video ha consacrato il monumento alla storia del rock. Nel luglio del 2016 David Gilmour, ex chitarrista e co-leader della band britannica, è tornato nell’arena per un ultimo omaggio: un concerto storico - questa volta con pubblico - che è finalmente possibile vedere anche nei cinema il 13, 14 e 15 settembre.
David Gilmour: Live at Pompeii
Il concerto è la testimonianza della mente visionaria di uno dei chitarristi più influenti di tutti i tempi, e la testimonianza di una sensibilità particolare per le bellezze dell’Italia. Già nel 1989, poco dopo la fuoriuscita del co-fondatore della band Roger Waters, i Pink Floyd si esibirono in un’altra storica data italiana, con un palco galleggiante nella laguna di Venezia. Non stupisce quindi che il musicista abbia voluto tornare in Italia e in particolare in uno dei luoghi chiave della sua carriera. “I fantasmi del passato, recente e antico, sono qui” spiega al pubblico subito dopo The Great Gig in the Sky, brano celebre dell’album The Dark Side of the Moon, scritto dal tastierista Richard Wright, scomparso otto anni prima.
L’esibizione, registrata durante il Rattle That Lock Tour, ha visto il gruppo impegnato sia nei brani dell’ultimo e omonimo sforzo creativo di Gilmour che in quelli dei Pink Floyd. Così, affianco a brani come 5 A.M. e In Any Tongue, scorrono canzoni da The Division Bell e The Wall. Della già citata The Great Gig in the Sky è impossibile non sottolineare l’assolo dei cantanti, di cui è possibile palpare la tensione degli accordi e dei respiri.
Un salto indietro di duemila anni
Ma è Guy Pratt, musicista che ha suonato con decine di giganti tra cui David Bowie, Madonna e Iggy Pop, a rompere l’atmosfera lisergica con le note di basso di One Of These Days. I bracieri che si accendono su tutto il perimetro dell’arena e la violenza del brano, tratto dall’album Meddle, sembrano far ritornare l’anfiteatro ai tempi dei gladiatori. Segue Shine On You Crazy Diamond, immancabile dedica al fondatore dei Pink Floyd Syd Barrett, la cui storia di ascesa e declino è parafrasata nelle immagini proiettate sullo schermo circolare, che accompagna i concerti del gruppo da ormai più di quarant’anni.
David Gilmour: Live at Pompeii è un’occasione per vivere sul grande schermo un’esperienza che solo pochi fortunati hanno potuto conoscere dal vivo. “Quello che amo è suonare in posti bellissimi dove la gente ha il senso della grandezza della struttura che li sta ospitando” spiega Gilmour. E la grandezza dell’anfiteatro di Pompei è tale da poter catturare anche attraverso uno schermo.