Chiuse da quasi quarant'anni, messe a serio rischio dal terremoto del 1980, riaprono dopo un imponente lavoro di restauro per restituire un altro spaccato di storia, di vita e di bellezza. Tre domus di Pompei da oggi sono riaperte al pubblico e rappresentano un altro passo verso la conclusione del Grande Progetto Pompei, che negli ultimi 5 anni ha permesso di riportare nella fruizione dei visitatori della città antica molti spazi del parco archeologico chiusi perché a rischio e di scoprire nuovi tesori.
La meraviglia delle case di Pompei riaperte dopo 40 anni
Giardini, affreschi, graffiti. Testimonianze di una società di mercanti e commercianti alla ricerca di affermazione e incline ad abbellire le proprie dimore per farne anche simbolo di ascesa sociale, senza perdere di vista le proprie origini. La prima è la Casa degli Amanti, così nota per gli affreschi che raffigurano un casto banchetto tra un uomo e una donna
Tre domus oggetto di scavi nel Novecento, ora al centro di un lavoro di restauro e messa in sicurezza imponente da oggi sono riaperte al pubblico
La Casa del Frutteto è la seconda domus restituita. Dimora di modeste dimensioni lungo via dell'Abbondanza, ha però un importante e singolare apparato decorativo
Raffigurazioni di piante dettagliate e accurate, fino al lussureggiante fico lungo il quale si inerpica un serpente nelle pareti perimetrali
L'ultima domus è la Casa della Nave Europa, a ridosso del vicolo omonimo. Un grande graffito inciso sulla parte Nord del peristilio, scoperto nel 1957, raffigura una grande nave da carico chiamata Europa e le dà il nome. Il graffito, inciso con un chiodo o con un bastoncino, è forse ciò che resta di un affresco i cui colori sono stati cancellati di colpo dalla lava o dalle temperature alte dell'eruzione del 79 d.C..
Le tre domus sono l'ultima tranche della storia del riscatto di Pompei, dalla stagione dei crolli del 2014 all'attuale modello di spesa di fondi europei