In occasione del 50° anniversario del 1968, Agi Agenzia Italia ha ricostruito l’archivio storico di quell’anno, recuperando il patrimonio di tutte le storiche agenzie italiane e internazionali, organizzando una mostra fotografica e multimediale che sarà allestita al Museo di Roma in Trastevere dal 5 maggio al 2 settembre 2018. Si chiama "Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo”. Nel catalogo della mostra, i contributi di alcuni dei protagonisti e degli studiosi di quell'anno così fondamentale nella storia del Ventesimo secolo. Quello che segue è l'intervento di Laura Delli Colli, giornalista e scrittrice, storica critica cinematografica di Repubblica e Panorama.
Dove comincia il Nuovo Cinema Sessantotto? Nel college inglese dove le reclute umiliate dagli anziani sono ‘feccia’? Con Dustin Hoffman che, gridando, strappa Elaine allo sposo sull’altare? Oppure nel futuro, già passato, di Kubrick? If, Il laureato, 2001 Odissea nello spazio: il cinema che nasce intorno al ‘68 resta comunque quello dei dreamers, i sognatori ribelli che sognavano di fare la rivoluzione anche con la macchina da presa.
Fragole e sangue di Lindsay Anderson nel ’71, vero e proprio instant film, già sintetizza quell’anno memorabile in una sequenza storica: quella palestra dove gli studenti pacifisti di Berkeley aspettano la carica della Guardia Nazionale ritmando sul parquet Give peace a chance già racconta una stagione che proprio il cinema citerà, poi, con rimpianto in Across the Universe di Julie Taymor. O nei tanti film -uno per tutti, Il Grande freddo- che fotograferanno, invece, proprio il fallimento del sogno rivoluzionario.
Roma, Claudia Cardinale alla prima del film di Luchino Visconti: “C’era una volta il west”, 20 dicembre. Marcello Geppetti Media Company
In quella stagione debuttano Martin Scorsese, George Lucas, Francis Ford Coppola e , loro sì, se non il mondo hanno cambiato comunque il cinema. Un cinema, nel ’68, così schizofrenico da contestare il consumismo producendo campioni d’incasso perché, semplicemente, riuscivano a mettere davanti allo specchio anche le contraddizioni di quel passaggio storico.
Lo hanno fatto mentre di quella stagione restano titoli come Hollywood party, Queimada di Gillo Pontecorvo e Baci rubati di Francois Truffaut, Rosemary’s baby, dalla Germania Helga, il documentario che rivelava i segreti della sessualità E l’Italia? Censurava Teorema di Pasolini e vietava ai minori di 18 Galileo di Liliana Cavani, rideva con Franco e Ciccio e Albertone Medico della mutua e - mentre Bernardo Bertolucci e Marco Bellocchio già erano ‘68 d’autore - Monica Vitti, diretta da Mario Monicelli, era La ragazza con la pistola, sedotta e abbandonata (“che me ne faccio della libertà, io incatenata voglio stare…”) che inseguendo il fedifrago a Londra compie, scopre però la libertà...
Tre anni dopo l’eco di quell’annata mitica contaminerà perfino il western italiano: “La rivoluzione non è un pranzo di gala ma un atto di violenza” fa dire Sergio Leone, citando Mao, a Juan, nell’incipit di Giù la testa.
Il Sessantotto è passato. E ha già lasciato il segno.
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