Nei giorni scorsi, a seguito dell’attentato di Barcellona, vi abbiamo raccontato la storia dei Mossos d’Esquadra, uno dei più antichi corpi di polizia d’Europa, che dal 1721 difendono la città di Barcellona. Dopo la pubblicazione, però, abbiamo ricevuto una mail dove si specificava che in Sardegna esiste una compagnia ancora più antica, quella dei Barracelli. Ecco la loro storia.
Le origini
Partiamo dal nome. Esistono diverse ipotesi sull’etimologia ma, quella più accreditata, si riferisce allo spagnolo barrachel, che indicava una guardia armata di nomina politica, generalmente campestre. Non è certa neanche la data di nascita anche se il consiglio della città regia di Sassari istituisce la sua Compagnia il 25 giugno del 1597. Se ne ritrova poi menzione all’interno di alcuni documenti del 1650 redatti dal giurista sardo Pietro Quesada Pilo. Per molti altri studiosi i barracelli sarebbero molto più "vecchi" ma, come diceva Giovanni Battista Tuveri, voce autorevole e storica della Sardegna: "Al barracellato si suole attribuire un’antichità che forse non ha. Quel che è antichissimo in Sardegna è il principio, che niuno sia in facoltà di lasciare incustodite le sue proprietà, e che i danneggiati debbano essere indennizzati.”
Il compito dei Barracelli era proprio quello di aiutare i singoli privati a tutelare i propri beni, una sorta di compagnia di assicurazione, armata, del tempo. Si trattava soprattutto della difesa di proprietà situate in territori lontani dal centro città, luoghi isolati, di campagna, più difficili da mettere in sicurezza. Le compagnie dovevano prevenire furti e danneggiamenti e i proprietari, in cambio, corrispondevano un salario proporzionato al valore del bene protetto. In caso di insuccesso erano i Barracelli a dover risarcire i propri datori di lavoro con risorse che provenivano soprattutto dalle multe, “tenture”, con cui veniva sanzionato chi praticava illeciti come il pascolo abusivo. Le compagnie barracellari erano composte dai cittadini locali in “buona salute” e, in origine, si crede fossero obbligatorie.
Dai Savoia ai giorni nostri. Una lunghissima storia
Ai Barracelli fecero affidamento anche i Savoia. Un editto del 23 maggio 1799 confermava la loro presenza accanto ai corpi istituzionali “senza alcuna variazione nella forma”. Nel 1819 vennero aboliti e sostituiti con i “cacciatori reali di Sardegna” ma furono reintegrati appena otto anni dopo. Nel 1853, con un altro editto, l’arruolamento divenne nuovamente volontario e ogni centro abitato poté decidere se tenere in vita il proprio organismo o smantellarlo. Il governo italiano ne regolamentò ufficialmente i compiti con il Regio Decreto del 14 luglio 1898. In tempi più recenti, nel 1969, la regione Sardegna decise di stanziare dei fondi per garantire la sopravvivenza delle compagnie utilissime, ad esempio, d’estate per combattere gli incendi.
Struttura e compiti delle compagnie
Le compagnie erano solitamente formate da un capitano, da uno o più ufficiali, da graduati eletti dai barracelli, e da un numero di barracelli proporzionale al valore dei beni da assicurare e all'estensione del comune. Il Capitano, oggi, viene nominato dal Consiglio Comunale ed è responsabile verso il Sindaco “del corretto svolgimento del servizio, della disciplina e dell’impiego tecnico e operativo dei barracelli”. Negli ultimi anni, del resto, non sono certo mancate proposte per un rinnovamento. Soprattutto per quanto riguarda la loro formazione. Attualmente sono presenti in Sardegna circa 150 compagnie per un totale di oltre 5mila volontari che svolgono funzioni di polizia locale urbana e locale ma, in caso di esplicita richiesta, si affiancano alle altre forme di polizia per eventi straordinari. Sono in prima linea, inoltre, nel preservare e difendere il patrimonio naturale, artistico e storico del territorio dove operano e c’è una legge specifica della Regione Sardegna (1988) che ne stabilisce alcuni compiti:
- salvaguardare le proprietà affidate loro in custodia dai proprietari assicurati, verso un corrispettivo determinato secondo le modalità previste dalla medesima legge regionale
- collaborare, su eventuale richiesta di queste, con le autorità istituzionalmente preposte al servizio di protezione civile
- prevenzione e repressione dell’abigeato
- prevenzione e repressione delle infrazioni previste in materia di controllo degli scarichi di rifiuti civili ed industriali