A Civitacampomarano le armi della resistenza sono i pennelli e le bombolette spray. E la guerra che si sta combattendo da due anni è quella per la sopravvivenza di un paese di 400 anime in provincia di Campobasso. Non bastava lo spopolamento a minacciare il borgo in cui il tempo sembra essersi fermato: lo scorso inverno sono arrivati anche tre metri di neve e una pericolosissima frana che non sembra volersi arrestare e che ha creato una sorta di “zona rossa” in tutto il centro storico. Ed è proprio per difendere Civitacampomarano che è nato CVTà Street Fest: un festival di arte urbana ideato dalla street artist romana Alice Pasquini, meglio nota come AliCè, famosa e quotata in tutto il mondo. Le ‘tavolozze’, nemmeno a dirlo, sono i muri degli edifici e le porte che decine di famiglie un tempo si chiudevano dietro e che ora sono li, ferme, a testimonianza di un mondo che non esiste più.
Giunto alla sua seconda edizione, CVTà torna dal 1 al 4 giugno con percorsi di trekking, degustazioni di street food e musica all'aperto ma, soprattutto, con tour guidati alla scoperta delle opere dei cinque artisti che quest'anno, invitati dalla direttrice artistica Alice Pasquini, si sono mobilitati per decorare il borgo molisano:
- l'italiano Gola Hundun
- l'argentino Francisco Bosoletti
- il brasiliano Alex Senna
- l'italiana Maria Pia Picozza
- la polacca Nespoon
Ospite d'onore delle 4 giornate, Chef Rubio in veste di fotografo e videoreporter.
Ritorno a Civitacampomarano
Tutto nasce da un’email inviata ad Alice nel 2014 da Ylenia Carelli, Presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano: un invito a fare tappa nel borgo molisano per dipingere i muri di questo paese quasi disabitato. Quando Alice arriva a Civitacampomarano, se ne innamora e realizza una serie di interventi pittorici, prendendo spunto da fotografie d’epoca della vita del paese, per rendere omaggio al passato del borgo. Il legame tra Civitacampomarano e Alice, però, era già iscritto nell'albero genealogico dell'artista: quello era il paese natale di suo nonno e tra quelle vie ha costruito alcuni dei ricordi più felici della sua infanzia. "Ho dipinto più di 2.000 muri nel mondo, ma quelli di Civitacampomarano sono particolarmente importanti per me. C'è una forte spinta romantica che mi ispira in quel borgo", spiega Alice Pasquini all'Agi. "Appena arrivata pensavano di farmi dipingere i muri bianchi delle case, ho preferito le porte delle case abbandonate del centro storico, la parte più disabitata ma più ricca di fascino. La mia idea era quella di dare vita nuova vita al vecchio cuore del paese. Mi piaceva immaginare di nuovo le persone passeggiare per quelle vie in cerca delle opere".
L'idea del festival
Il 'blitz' di Alice Pasquini a Civitacampomarano ha molta risonanza sui media. Ma Alice sente che deve fare di più per quei "pochi trentenni che cercano di resistere in un contesto così difficile per il solo attaccamento alla loro terra. E' una cosa che mi commuove", confida l'artista. Così nel 2016, Alice decide di tornare nel borgo insieme ad altri 6 amici artisti le cui opere "sono molto in sintonia con lo spirito del paese". Street artist internazionali del calibro di Biancoshock (Italia), David de la Mano (Uruguay), Pablo S. Herrero (Spagna), Hitnes (Italia), ICKS (Italia), UNO (Italia). Nasce così il CVTà Street festival.
La partecipazione degli abitanti
Se la prima edizione del festival è stato un successo, moltissimo lo si deve anche agli abitanti "che ci hanno accolto calorosamente donandoci 60 muri da decorare", racconta Alice. Ma non solo. "Le signore hanno cucinato per noi - e poi per i turisti - piatti tipici della zona, mentre nella vecchia discoteca ormai chiusa da tempo, gli anziani si sono divertiti a scratchare con Dj Gruff". Una partecipazione totale che Alice spiega così: "Quando nel tuo paese i bambini sono pochissimi e i giovani vanno via, non importa se quelli che arrivano sono bimbi marocchini o se un gruppo di giovani artisti matti ti propone di colorare la tua casa. Non ti opponi, sei entusiasta che qualcuno, possibilmente giovane, rianimi il borgo". A Civitacampomarano il tempo si è fermato decenni fa. Le uniche scritte sui muri sono "Viva la classe 1926" e "Viva la Repubblica". Ma proprio questa cristallizzazione temporale "affascina tutti gli artisti e i giornalisti che hanno visitato il borgo".
I primi frutti
Se lo scopo del festival è quello di "cambiare, seppur di poco, il destino di un borgo destinato a sparire" e far ripartire l'economia, qualcosa in questa direzione si è mosso. "Quest'anno - spiega soddisfatta Alice - hanno aperto i battenti una macelleria e una gelateria". E i turisti si stanno accorgendo di Civitacampomarano: "Lo scorso anno, nella prima giornata del festival, nella sola mattina, 800 persone hanno visitato il Castello Angioino che pare abbia ispirato Alessandro Manzoni per l'abitazione dell'Innominato dei "Promessi Sposi"". E perfino il signore che prima trascorreva intere giornate al bar, ora si offre come "guida turistica in cambio di una consumazione o di un pacchetto di sigarette".
L'edizione del 2017
A causa della neve e della frana, l'edizione 2017 del festival si può descrivere come una lunga staffetta durata 3 mesi in cui si sono alternati 5 artisti. "Il festival era programmato per aprile, ma le condizioni atmosferiche e la frana hanno reso impraticabile il borgo". "Abbiamo deciso, così, di spostarlo a giugno, pur senza rinunciare all'impegno preso con gli artisti. Da qui l'idea della staffetta".
Il primo a impugnare il pennello è stato Gola che ha realizzato due murales, "entrambi di ispirazione vegetale".
Poi, il testimone è passato a Bosoletti che ha realizzato un enorme dipinto "in negativo" dal titolo "Resilienza". "E' fantastico perché solo la fotografia ti restituisce il positivo dell'immagine", commenta Alice.
A sorpresa è arrivato poi Alex Senna che ha proiettato lunghe ombre sugli edifici e fatto 'camminare' sui muri del borgo gatti, donne e bambini, secondo una tecnica che ricorda Escher. L'edizione si chiude con due donne: Maria Pia Picozza "una nota scultrice - spiega Alice - che ha realizzato delle installazioni di uccelli in rete metallica e ferro" e Nespoon "che dipinge centrini enormi sui muri, perfetti per Civitacampomarano".