Minneapolis (Stati Uniti) - La chioma ramata l'aveva avuta davvero, prima che incanutisse per l'incedere del tempo, e l'elusivita' e' effettivamente rimasta il suo tratto distintivo per tutta la vita. Una vita che, sebbene i giornali americani ne abbiano dato notizia in ordine sparso soltanto in questi giorni, si e' conclusa il 9 agosto scorso a 87 anni per un arresto cardiaco, dovuto alle complicanze del diabete da cui era affetta. Nella sua Minneapolis, la citta' del Minnesota in cui abitava e dove aveva conosciuto colui che le avrebbe conferito la speciale immortalita' spettante ai personaggi dei comics. Lei era Donna Mae Wold, nata Johnson. Lui Charles Monroe Schultz, il celeberrimo papa' dei Peanuts, al quale un grande amore giovanile finito male ispiro' la 'ragazzina dai capelli rossi', l'invisibile infatuazione di Charlie Brown, sempre desiderata e mai incontrata, colei per sedersi accanto alla quale il bambino dalla testa rotonda piu' celebre del mondo avrebbe "dato qualsiasi cosa".
Quasi coetanei, si conoscevano fin dall'infanzia: crescendo, Charles avrebbe voluto che l'amicizia si trasformasse in qualcosa di piu', e per un paio d'anni furono anche fidanzati. Si dice che a un certo punto il futuro campione dei fumetti le chiese addirittura di sposarlo, incassando pero' un netto rifiuto e la fine della relazione.
Non che Donna fosse refrattaria al matrimonio, anzi. Semplicemente, sposo' un altro, tale Allan Wold, vigile del fuoco che in segreto gia' frequentava da un pezzo, e con il quale ebbe quattro figli (tre femmine), sette nipoti e tredici pronipoti. Pioniera ante litteram delle odierne famiglie allargate, come balia, affidataria o in altre vesti crebbe altri quaranta bambini. Schultz non la dimentico' mai, e ne fece il perfetto ingranaggio-fantasma delle proprie creazioni di fantasia: anche se c'e' chi sostiene che, dietro quella protervia nel non mostrane mai le fattezze, si nascondesse un pizzico di vendetta per essere stato piantato. L'interessato si schermiva sostenendo che non riusciva a caratterizzarla correttamente. Lei, per contro, problemi con il passato non ne accuso' mai: al punto da imporre a quasi tutti i suoi piccoli protetti nomi prelevati di peso da quelli delle strisce di Linus, Snoopy e compagnia. Un equilibrio esistenziale che, alla fine dei conti, ha fatto di lei la piu' forte: e' sopravvissuta a Schultz, scomparso nel febbraio 2000, oltre sedici anni.
Solo nell'89 Rheta Grimsley Jhonson, autrice di una biografia autorizzata del grande fumettista statunitense intitolata 'Good Grief' (come la tipica esclamazione di sconforto di Charlie Brown, tradotta in italiano 'Santo Cielo!'), ne rivelo' la vera identita'. Nel frattempo Schultz aveva in parte ceduto al riserbo, permettendo che la ragazzina dai capelli rossi ispirata dalla propria musa apparisse in pubblico: mai su carta, pero', solo sullo schermo, grande o piccolo. La prima volta risale al 1977, nello special televisivo 'It's Your First Kiss, Charlie Brown': la' si apprendeva altresi' che di nome faceva Heather ma di cognome, chi lo avrebbe mai detto, Wold... L'ultima e' dell'anno scorso, in 'Snoopy and Friends - Il film dei Peanuts', nel quale per la prima volta la si sente anche parlare. Un passo d'addio, con il senno di poi, che si era ben meritato in decenni di onorata militanza dietro le quinte. "Ho avuto una bella vita, una vita felice", confesso' in un'intervista rilasciata al quotidiano 'The Washington Post' nell'estate dell'anno scorso, sulla scia del successo di pubblico riscosso dalla pellicola. Ove a interpretarla era stata chiamata una giovanissima attrice italo-californiana, Francesca 'Lilly' Capaldi. Solare come lei, vitale come lei, grande appassionata di escursionismo, alpinismo, viaggi e campeggi. Di giochi di carte. E di nascondino, naturalmente. (AGI)