B ruxelles - "Già vola il fiore magro" e' il verso di Salvatore Quasimodo che nel 1960 il regista belga Paul Meyer ha scelto come titolo del suo film sugli emigrati italiani nelle miniere belghe, da oggi al cinema in una versione restaurata dalla Cinemateca reale del Belgio in occasione dei 60 anni dalla strage di Marcinelle. Il film, girato nella regione mineraria del Borinage in bianco e nero, mostra una giornata della vita di una famiglia appena arrivata dalla Sardegna per raggiungere il padre minatore, in una fase storica in cui l'attività di estrazione del carbone comincia a diminuire e il numero dei disoccupati ad aumentare. La pellicola ha una storia travagliata: il regista era stato incaricato dalla comunità vallona francofona di girare un cortometraggio per mostrare una storia "positiva" di integrazione delle famiglie immigrate, appena tre anni dopo la strage di Marcinelle e la cattiva fama che questa ha inevitabilmente diffuso sulla situazione dei minatori italiani in Belgio. Il realismo delle riprese di Meyer, regista impegnato nel sociale e poco incline ad abbellire la situazione, spinse i committenti a rinnegare il film, in quanto non corrispondente alla richiesta, e a ritirare i fondi stanziati inizialmente.
Il regista dovette quindi finanziarlo di tasca sua, ma il film non fu diffuso in Belgio: solo con grande ritardo ebbe una migliore sorte in Francia. Il restauro e' stato realizzato in occasione delle celebrazioni per i 60 anni dalla strage di Marcinelle (in cui morirono 262 minatori in gran parte italiani) e dei 70 anni dall'accordo italo-belga del 1946, secondo il quale l'Italia avrebbe fornito manodopera in cambio di carbone, dando il via a un'emigrazione che ha riguardato centinaia di migliaia di lavoratori italiani (65 mila solo nei primi due anni). La Cinemateca reale e' guidata dall'italiano Nicola Mazzanti, che ha definito il film "un vero capolavoro". All'anteprima, la figlia del regista Claire Meyer ha ricordato l'impegno del padre, morto nel 2007, che non volle cambiare il suo film e anzi ne fece un lungometraggio di 85 minuti e dovette attendere 30 anni per vederlo proiettare, nel 1994. Sempre nel contesto delle celebrazioni, lo scrittore Paolo Di Stefano ha presentato all'Istituto italiano di Cultura di Bruxelles il suo libro La Catastrofa, edito da Sellerio nel 2011. L'autore ricostruisce la strage di Marcinelle dando voce ai superstiti e ai parenti delle vittime, e al loro linguaggio misto italiano-dialetto-francese (da cui il titolo del libro), ancora feriti oltre mezzo secolo dopo il terribile incendio dell'8 agosto 1956, e il ministero degli Esteri ha deciso di pubblicarne una nuova edizione per il 60/mo anniversario. (AGI)