M ilano - "La scomparsa di Umberto Eco priva la cultura mondiale di un gigante. Egli e' stato un assoluto protagonista del panorama culturale del XX e XXI secolo, un autentico intellettuale a tutto campo che ha saputo parlare tanto all'accademia quanto alle masse con diversi registri, ma sempre con grande sapienza e profondita' di pensiero". Cosi' il Ministro dei beni e delle attivita' culturali Dario Franceschini si e' espresso riguardo la scomparsa di Umberto Eco. "Una vasta produzione di saggi, articoli e romanzi tradotti in tutto il mondo e' solo una parte dell'immenso contributo che egli ha fornito all'elevazione sociale, morale, civile e culturale del Paese".
Ci ha lasciato Umberto Eco. Un gigante che ha portato la cultura Italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all'ultimo giorno.
— Dario Franceschini (@dariofrance) 20 Febbraio 2016
"La sua verve - ha aggiunto - il suo intuito, il suo pensiero lungo, la sua visione originale sono parte integrante di una personalita' poliedrica che manchera' non solo a tutti coloro che lo hanno conosciuto, ma all'intera societa'. Voglio ricordare qui le parole che Eco rivolse agli 83 ministri della cultura riuniti all'Expo per sottoscrivere la Dichiarazione di Milano per la tutela del patrimonio culturale mondiale nelle aree di crisi. 'La diffusione della cultura e della conoscenza reciproca dei patrimoni culturali dei vari Paesi - egli disse in quella occasione - puo' costituire uno degli elementi di salvezza per un mondo sempre piu' globalizzato. La conoscenza di altre culture non elimina l'odio e la diffidenza per chi e' diverso da noi - disse ancora Eco - e non dobbiamo fingerci anime belle e pensare che con il contatto culturale si possano salvare i bambini che muoiono di fame in Africa. Ma non dimentichiamo che e' stato anche su sollecitazioni culturali che tanti volontari sono partiti per prestare la loro opera verso Paesi in difficolta', scoprendo, tramite una cultura differente, che quei popoli erano uguali tra loro. La cultura e' fondamentale - ebbe a dire nella lectio magistralis che apri' la seconda giornata dei lavori - per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto'. Un messaggio forte, che oggi piu' che mai dobbiamo ricordare e fare nostro". (AGI)