R oma - Dopo quattro anni di assenza e a quattordici dal suo debutto al Gran Teatro di Roma, torna in scena Notre Dame de Paris, il musical firmato da Riccardo Cocciante e tratto dal classico di Victor Hugo. Nei panni di Esmeralda e Quasimodo ancora una volta Lola Ponce e Gio Di Tonno. Il cast originale, infatti, accompagnerà parte della tournée che prenderà il via a Milano il 3 marzo, mentre dal 9 giugno la compagnia sarà a Roma. Oltre due milioni di spettatori e mille rappresentazioni: sono solo alcuni dei numeri snocciolati dal produttore David Zard, nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina all'Ara Pacis e che ha visto esibirsi il cast accompagnato dal pianoforte di Cocciante. "Niente sarebbe potuto avvenire senza le sue musiche" osserva Zard.
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Era il 14 marzo del 2002 quando l'adattamento di Pasquale Panella di Notre Dame de Paris andò in scena per la prima volta a Roma. Sul palco – sottolineano gli autori - una storia d’amore su uno sfondo sociale con i problemi di sempre, come quello della clandestinità. La rilettura di entrambe le versioni francese e italiana porta la firma di Cocciante, che racconta: "appena mi mi fu proposto la mia reazione fu 'Wow'. Feci i primi accordi di 'Bella' con Luc (Plamondon) e lui buttò giù le prime quattro righe. Ci guardammo: "Wow. Dobbiamo farlo". L'intento era quella di creare un'espressione popolare moderna". Non voglio avvicinarmi ai grandi dell'opera, continua, "la mia è sì un'opera ma popolare".
Gli interpreti originali, invitati dal produttore David Zard, si sono presentati ai provini insieme a centinaia di aspiranti attori pronti per essere esaminati da Cocciante. Da qui l'idea di creare una sorta di staffetta tra due cast. Confermati allora Lola Ponce e Gio di Tonno, ma anche Vittorio Matteucci, che interpreta Frollo; Leonardo di Minno, Clopin; Matteo Setti, Gringoire; Graziano Galatone, Febo e Tania Tuccinardi, che interpreta Fiordaliso. A loro spetterà il compito di iniziare i più giovani che termineranno poi la tournée. "Quando entro nella musica - spiega Cocciante -sono sempre emozionato, ma riascoltare loro dopo tanti anni mi dà una forte emozione. Chiedo sempre agli interpreti di rubare quello che ho scritto. Loro fanno e gliene sono riconoscente". (AGI)
(16 dicembre 2015)