R oma - Un professore di filosofia affascinante, depresso, alcolizzato e psichicamente instabile dopo che la moglie lo ha lasciato per il suo miglior amico scopre che il senso della vita non è nel pensiero ma nell'azione. Quando la filosofia scende dal suo piedistallo polveroso per diventare vita, seguendo le orme di Dostoevskij, un solo regista al mondo riesce sempre a divertire in maniera intelligente. è l'ottantenne Woody Allen, il cui ultimo film, 'Irrational man', sarà domani in 300 sale italiane pronto a lanciare la sfida colta al blockbuster 'Star Wars: Episodio VII'. Interpretato da un eccellente Joaquin Phoenix, credibile e affascinante nel ruolo del professore Abe Lucas per cui è ingrassato 15 chili, e dalla nuova musa del regista (dopo le storiche Diane Keaton, Mia Farrow e l'ultima amata, Scarlett Johannson), Emma Stone, il film arriva nel nostro Paese dopo il successo di critica ottenuto a Cannes.
" Sono cresciuto divertendomi a leggere filosofi, comparandoli e capendo come si sfidasseroe si smentissero l'un l'altro nei loro approccicontrastanti verso domande senza risposta "
Il tema non è originale per Woody Allen: la differenza tra filosofia e vita, tra la morale e la realtà con la seconda che prevale sempre sulla prima. Già affrontato nel pluripremiato 'Crimini e misfattì, in 'Match Point' e in 'Sogni e delittì, il soggetto portante di 'Delitto e castigò di Dostoevskij torna ad affascinare Allen. Un professore depresso e geniale (forse pazzo, almeno considerando il primo titolo che il regista aveva pensato, 'Crazy Abè) non trova sollievo in nulla. Ne' nella filosofia che "in gran parte è solo masturbazione verbale" lontana dalla realtà, ne' nel sesso che non riesce più fare malgrado "l'antidolorifico indiscutibile sia l'orgasmo", e neppure nella scrittura di un nuovo "indispensabile" saggio su Heidegger: "Non riesco a scrivere, non riesco a respirare, non riesco a ricordare le ragioni per vivere. E, quando lo faccio, non sono convincenti". Poi la svolta: il senso della vita in un omicidio, quello di un giudice che vessa una povera donna. Una scelta che giustifica con una battuta fulminante di Jean-Paul Sartre: "l'Inferno sono gli altri". Un'impresa che viene vissuta dal professore come un gesto moralmente altissimo che gli fa tornare la voglia di vivere. Poi l'epilogo drammatico e comico al contempo in cui stavolta il colpevole del delitto viene punito.
In 'Irrational man' per la prima volta il tema della questione filosofica viene espresso in maniera esplicita da Woody Allen. Un argomento che lo affascina da sempre e che influenza il suo lavoro fin dall'inizio: "Sono cresciuto divertendomi a leggere filosofi - spiega il regista - comparandoli e capendo come si sfidassero e si smentissero l'un l'altro nei loro approcci contrastanti verso domande senza risposta". Nel caso di questo film e dei temi filosofici delle sue pellicole, Allen spiega: "Penso che la maggior parte della gente possa affermare che ci siano temi filosofici coerenti in quasi tutti i film che ho realizzato nel corso degli anni. Ma queste - aggiunge - sono solo frutto delle mie ossessioni, incentrate su problemi a cui la maggior parte degli uomini pensa sempre. Provo interesse per realtà depresse che si annidano in me". (AGI)
(15 dicembre 2015)