L'epidemia del coronavirus non avrà conseguenze negative sui rapporti economici e commerciali italo-cinesi. Almeno per il momento. Lo afferma all'AGI Michele Geraci, professore di finanza alla New York University a Shanghai, ex sottosegretario allo Sviluppo economico, esperto di commercio estero e di Cina per la Lega.
"Parlando strettamente di commercio, per i prossimi dieci giorni non succederà granché- spiega - perché domani è il Capodanno cinese, il paese in gran parte è fermo per un paio di giorni ed il commercio estero ha comunque dinamiche di lungo periodo. I cinesi si sono oramai spostati nelle case di amici e parenti per festeggiare e mangiare. Da lunedi' prossimo in milioni si rimetteranno in movimento per tornare nelle città dove lavorano. Sarà uno 'stress test' decisivo: se il numero dei malati non aumenterà, nonostante il grande flusso, allora si potrà dire che il virus è stato contenuto".
Secondo Geraci l'allerta sul piano internazionale è giustificata, perché "i virus non si fermano facilmente", ma le autorità cinesi questa volta hanno preso "misure importanti e coraggiose" per affrontare la crisi.
"Alcuni giorni fa hanno riaperto le fabbriche delle mascherine chirurgiche, chiuse per il Capodanno, richiamato i lavoratori dalle ferie, incentivandoli con una paga quadruplicata, per riprendere la produzione, visto che erano andate esaurite. Un esempio misto - osserva - di economia di mercato e statalista: il governo ha dato l'input, le aziende hanno risposto, i lavoratori hanno preso i soldi. Mi dicono proprio adesso, verificherò se vero, che anche in Canada, nel piccolo centro di Guelph un cinese ha acquistato tutte le scorte di mascherine, probabilmente le invierà in patria".
Il professore cita anche il nuovo ospedale che sta per sorgere nella città di Wuhan, epicentro dell'epidemia, per fronteggiare le richieste crescenti di cure. I tempi sono da record: "Un giorno per progettarlo, una settimana per completarlo. Entro sabato della settimana prossima l'ospedale con mille posti letto sarà pronto. Se penso ai terremotati dell'Umbria che stanno ancora aspettando...".
E ancora: "Ad oggi le città isolate sono 11, circa 30 milioni di persone, il sindaco di Wuhan si è dimesso e sostituito, cosi' per far capire che si fa sul serio. Il fatto che i primi focolai si siano manifestati a ridosso delle 'Due Sessioni', la doppia conferenza annuale dove si riuniscono i dirigenti del partito, forse, dico forse, non ha aiutato la tempestività della comunicazione. Non credo ci sia stato un problema di silenzio imposto dall'alto, anzi. Piuttosto, se errore c'è stato, sarà stato fatto probabilmente da chi si trova ai livelli più bassi della gerarchia".
Insomma, "il paese si sta fermando temporaneamente, proprio nel periodo più delicato dell'anno. Alle agenzie di viaggio cinesi è stato chiesto di bloccare le nuove prenotazioni di viaggi di gruppo. D'altro canto, ha poco senso fare turismo ora in Cina: chiusa a Pechino la città Proibita, chiusa Disneyland a Shanghai, impossibile visitare l'Esercito di terracotta a Xian. Stanno facendo un esperimento nel periodo peggiore dell'anno".
Quando scoppiò l'allarme per il virus della Sars, il governo cinese fu poco collaborativo con le autorità degli altri paesi. Perché questa volta ammette con trasparenza che il problema esiste? "Ricordo bene l'emergenza della Sars - dice Geraci - era il marzo del 2003, stavo per recarmi in Cina e sono letteralmente sceso dall'aereo perché c'era questa paura. Tenga presente che diciassette anni in Cina equivalgono a cinquanta da noi. Il governo ha imparato la lezione della Sars e oggi non può permettersi sbagli perchè non ha la copertura della crescita economica che c'era nel 2003, oggi l'economia cresce ma a ritmi minori, e non si possono fare errori nel patto sociale tra partito e popolazione".
Per poi conludere: "Le autorità stanno facendo quello che ragionevolmente si può fare, da un lato si preoccupano della salute del popolo e dall'altro il riscontro sul piano interno è positivo: diciamo che se avessero le elezioni le vincerebbero. Anche sul piano internazionale alla Cina fa comodo far vedere che è diventata player importante, che risolve i problemi e non li crea. La presenza forte del governo e il desiderio di cooperare creano quindi un doppio vantaggio sia domestico che internazionale". Ciò posto, per non fare sempre cinismo, sia chiaro che la reazione del governo cinese si sta dimostrando forte, importante e spero, decisiva. Ripeto, hanno isolato 30 milioni di persone, bloccato i trasporti e tanto altro, senza i tempi delle nostre gare d'appalto".