Nell’Italia devastata dagli incendi, a volte si scopre che i buoni sono in realtà i cattivi. A Ragusa 15 volontari dei vigili del fuoco sono stati denunciati: appiccavano un incendio e poi - dopo un veloce cambio di ‘casacca’ - accorrevano a spegnerlo, incassando l’indennità per le ore di intervento.
60000 ROGHISPENTI,i fatti dei volontari #Ragusa ci indignano,la strumentalizzazione pure.Oggi profilo chiuso:rispetto per i #vigilidelfuoco
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 8 agosto 2017
Una storia triste che riguarda un’intera squadra di volontari – quella della D – del distaccamento di Santa Croce Camerina, che hanno attirato l’attenzione proprio per la sproporzione di interventi rispetto ai colleghi delle altre squadre. Durante i loro turni ne venivano eseguiti 120 contro i 40 degli altri.
Così si è scoperto che il capo squadra - Davide Di Vita, arrestato e l’unico attualmente ai domiciliari – con la complicità degli altri si allontanava, appiccava l’incendio e poi correva a spegnerlo insieme agli altri. In altre situazioni, intervenivano dopo false segnalazioni – inoltrate da loro stessi o da amici e parenti conniventi – e simulavano interventi. Una prassi portata avanti tra il 2015-2016, per un totale di 21 episodi accertati durante le indagini.
Chi sono e cosa fanno i volontari
Come si legge sul sito del Corpo nazionale dei vigili del fuoco:
- I volontari hanno “gli stessi obblighi dei vigili permanenti” ma a differenza di questi ultimi “non sono vincolati da un rapporto di impiego e svolgono la loro attività ogni qualvolta se ne manifesti il bisogno”
- In occasione di pubbliche calamità o catastrofi, il personale volontario può essere chiamato in servizio temporaneo e destinato in qualsiasi località. Oppure, in caso di particolari necessità, può essere inoltre chiamato in servizio temporaneo nel limite di 20 giorni. In queste circostanze, i datori di lavoro per i quali i volontari lavorano stabilmente hanno l'obbligo di lasciare disponibili questi dipendenti, ai quali deve essere conservato il posto occupato
- I vigili del fuoco volontari sono obbligati a frequentare periodici corsi di addestramento pratico presso i comandi provinciali VV.F. di residenza. Hanno in dotazione sia la divisa, che è simile a quella dei vigili del fuoco, che il relativo equipaggiamento
Per quanto riguarda la retribuzione, il decreto legislativo n.139 del 2006 stabilisce all’articolo 10 che “Al personale volontario richiamato in servizio temporaneo, per l’intera durata di tale richiamo, spetta il trattamento economico iniziale del personale permanente di corrispondente qualifica, il trattamento di missione, i compensi inerenti alle prestazioni di lavoro straordinario”. Questo significa che sono pagati come i pompieri in servizio permanente ma solo in caso di intervento.
L’’anomalia’ della retribuzione a intervento
Da qui il corto circuito avvenuto nel caso dei volontari di Santa Croce Camerina. Una vera e proprio “anomalia” – più interventi più soldi – denunciata da tempo dal Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, e ribadita dal portavoce nazionale, Riccardo Boriassi.
“Sono anni che combattiamo” contro questa situazione
“Il volontario per definizione fornisce prestazione a titolo gratuito: deve avere il rimborso, bisogna pagargli la giornata lavorativa eventualmente persa e i relativi contributi, ma non può avere una retribuzione a intervento, per alcuni potrebbe essere un incentivo”. Si tratta di circa “12 euro lordi, circa 7,5 euro netti”. Soprattutto in periodi di crisi economica, si rischia che possa scattare nella testa di qualcuno l’impulso a compiere atti illeciti, aggiunge, invitando ovviamente a non fare di tutta l’erba un fascio.
La seconda “anomalia” contestata da Boriassi è che i “volontari sono riuniti in distaccamenti, con relative zone di competenza, gestiti interamente da loro, al di fuori del controllo immediato da parte dello Stato”. In questo modo, non sono di rinforzo in una zona ma “sostitutivi del personale di ruolo”. Inoltre, sottolinea, “il privato cittadino non riesce a capire chi si trova davanti, hanno praticamente le stesse divise e gli stessi mezzi”.