AGI - "L'importante è che è dentro, adesso è dentro. È una vittoria dello Stato e di tutti quelli che hanno perso la vita a causa di questa persona". Salvatore Catalano, fratello di Agostino, l'agente morto con Paolo Borsellino nella strage di via D'Amelio, vive a Campobello di Mazara da circa trent'anni, quando cominciò la latitanza del boss che uccise suo fratello, e racconta la sorpresa di trovarselo così vicino.
"Non pensavo che fosse qui - dice all'AGI - non ci si può credere che fosse così libero. Anche io ho la sensazione di averlo visto, questa cosa mi lascia l'amaro in bocca". "Si resta sgomenti, com'è possibile una cosa del genere?", si chiede con la moglie Emilia, riflettendo anche su quelli che appaiono come i "fiancheggiatori" di Messina Denaro: "Persone normali, come Luppino, quello che lo accompagnava, lo conosco di vista, un agricoltore; Tumbarello, il medico, stimato nel paese, come abbia fatto a curare tutti e due i Bonafede non si sa...".
È vero che, come ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, lo Stato ha saldato in parte il debito con le vittime della mafia? "Sì, è vero, anche se in parte perché bisogna scoprire la connivenze. Io ci credo a De Lucia, si vedeva che era molto soddisfatto di questo risultato".