"Non è il sindaco Raggi nè un'amministrazione comunale che decide in campo di virus e di batteri, ma la legge dello Stato e la comunità scientifica".
E' la risposta, lapidaria, del ministro della Salute Beatrice Lorenzin al sindaco di Roma, Virginia Raggi, che le aveva scritto a proposito della mozione approvata all'unanimità dall'Assemblea Capitolina per chiedere di rispettare la continuità didattica ed educativa per tutti gli alunni non ancora vaccinati.
"Il decreto vaccini - ricorda Lorenzin - che prevede la non accessibilità alla scuola dell'infanzia dei bambini non vaccinati è fatto per proteggere quei bambini che sono troppo piccoli per essere vaccinati e quei bambini che hanno malattie per le quali non possono essere vaccinati e per permettere a una comunità di andare all'asilo e alla materna in piena sicurezza. La bontà di questo provvedimento è stato riscontrato dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale, questa è la legge ed è fatta a tutela dei nostri bambini".
Leggo che il Sindaco #Raggi e l'Assemblea Capitolina si sono trasformati in un organo tecnico scientifico. Non si può scherzare sulla pelle dei nostri bambini. #DecretoVaccini è stato studiato per tutelare la #salute di tutti i cittadini.
— Beatrice Lorenzin (@BeaLorenzin) 2 febbraio 2018
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Ma la sindaca romana non arretra di un millimetro. "Anche l'Anci condivide nostra mozione di buon senso su vaccini per consentire a bambini di completare questo anno scolastico. Basta polemiche", ha scritto Raggi sul suo profilo Twitter, allegando la foto di un comunicato del presidente dell'Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, sulla vicenda della mozione votata dall'Assemblea Capitolina sulle garanzie di non interruzione del percorso formativo dei bimbi da 0 a 6 anni non vaccinati.
"A Lorenzin dico basta polemiche, si tratta di una mozione, votata anche dal Pd, di buon senso che chiede semplicemente di applicare la legge e di far sì che i bambini possano finire questo anno educativo".
Anche l’ANCI condivide nostra mozione di buon senso su vaccini per consentire a bambini di completare questo anno scolastico. Basta polemiche. pic.twitter.com/C6Nh60p9D0
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 2 febbraio 2018
La posizione dell'Associazione dei comuni italiani
"In questi mesi il livello di copertura dei vaccini obbligatori raggiunto è molto alto, nella stragrande maggioranza dei Comuni e delle Regioni. Questo dato deve confortarci tutti, oltre che contribuire a rasserenare il dibattito in atto, che deve porre al centro esclusivamente la salute pubblica dei bambini e del Paese", afferma il presidente dell'Anci, e sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel ricordare che "la posizione dell'Anci sulla questione dei vaccini è nota: la legge va rispettata, ma occorre consentire che la sua applicazione, specie in fase iniziale, non contrasti con il diritto dei nostri figli e delle famiglie alla continuità scolastica".
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"L'iniziativa del Consiglio comunale di Roma è condivisibile nella parte in cui mira a consentire alle famiglie in lista d'attesa per il trattamento vaccinale, e sembrerebbero tantissime, di proseguire nella frequenza scolastica anche dopo il 10 marzo. Questa, per l'associazione dei Comuni, non è una concessione, ma - osserva ancora Decaro - un modo equilibrato di applicare una normativa così innovativa e ad alto impatto per i cittadini. Stiamo cercando di fare una rapida ricognizione: abbiamo chiesto agli uffici tecnici del Miur, del ministero della Salute e delle Regioni di conoscere i dati in possesso delle Asl, e notizie sulle procedure di dialogo con le famiglie previste dalla legge. Abbiamo saputo che i ministeri competenti stanno lavorando insieme al garante per definire le indicazioni da dare dopo il 10 marzo".
La posizione dell'Istituto superiore si sanità
La posizione di Virginia Raggi "è antiscientifica e contro la legge. Mi rammarica pensare che arrivi proprio da chi dovrebbe garantire la salute dei cittadini". Lo ha detto all'Agi il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, facendo riferimento all'approvazione della mozione dell'Assemblea capitolina che consentirebbe anche ai bambini non vaccinati di frequentare le scuole. "Per fortuna - ha concluso Ricciardi - i numeri sono rassicuranti. Il presidente Nicola Zingaretti ha sottolineato che il livello di vaccinazione nella regione Lazio è arrivato al 97%. Ciò significa che c'è stata una buona risposta soprattutto da parte dei genitori".
Il 10 marzo si avvicina. Cosa c'è da sapere
È il 10 marzo la deadline per mettersi in regola con la legge sull'obbligo vaccinale. Entro questa data infatti, come previsto dalla norma firmata dal ministro Lorenzin, le autocertificazioni consegnate prima dell'inizio dell'anno scolastico (alle quali molti genitori hanno fatto ricorso anche per le difficoltà logistiche dei primi mesi) vanno sostituite con la documentazione "comprovante l'avvenuta vaccinazione". Pena una multa per i genitori, a cui si somma l'esclusione dalla scuola per i bimbi al nido e all'asilo. Su questo ultimo punto si incentra la polemica sollevata ieri dal sindaco di Roma Virginia Raggi, che forte di una mozione approvata dall'aula consiliare all'unanimità ha scritto a Lorenzin chiarendo che i bimbi devono rimanere in classe a prescindere, per salvaguardare la continuità didattica.
Ma quali sono le tappe di questo processo? Nel caso in cui il genitore/tutore/affidatario non presenti alla scuola la documentazione attestante l'avvenuta vaccinazione, l'esonero, l'omissione o il differimento, il dirigente scolastico o il responsabile dei servizi educativi è tenuto a segnalare la violazione alla Asl entro dieci giorni. A questo punto l'Asl contatta i genitori per un appuntamento e un colloquio informativo indicando le modalità e i tempi nei quali effettuare le vaccinazioni prescritte.
Le sanzioni previste
Se i genitori non si presentano all'appuntamento oppure, a seguito del colloquio informativo, non provvedano a far somministrare il vaccino al bambino, l'Asl contesta formalmente l'inadempimento dell'obbligo. Ma ancora non è finita: nella contestazione la Asl indica un termine ultimo. I genitori possono ancora "salvarsi" se provvedono a far somministrare al minore il vaccino o la prima dose del ciclo vaccinale nel termine indicato dalla Asl nell'atto di contestazione, a condizione che completino il ciclo vaccinale nel rispetto delle tempistiche stabilite dalla Asl stessa. Se neanche quest'ultima scadenza viene rispettata, scattano le sanzioni: per i bambini da 0 a 6 anni l'inadempienza rappresenta "motivo di esclusione dal servizio educativo", anche se sull'uscita dall'aula in pieno anno scolastico non è ancora stata regolata a livello di procedure.
Per i genitori di questi bambini ma anche di quelli da 6 a 16 anni scatta una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 500 euro, proporzionata alla gravità dell'inadempimento (ad esempio: al numero di vaccinazioni omesse). Dall'anno scolastico 2019/2020 è prevista una semplificazione degli adempimenti delle famiglie per l'iscrizione a scuola dei minori: gli istituti scolastici dialogheranno direttamente con le Asl, al fine di verificare lo "stato vaccinale" degli studenti, senza ulteriori oneri per le famiglie.