Le compagnie aeree hanno diversi grattacapi da gestire ma uno dei più principali (e fastidiosi) sono i passeggeri ubriachi, che rappresentano la seconda causa di problemi in volo. Nel miglior dei casi, gli ‘alticci’ scoppiano in un diverbio con i vicini di posto o con il personale di bordo, nel peggiore, costringono il pilota a effettuare un atterraggio di emergenza. Resta il fatto che poco più di un quarto delle denunce complessive inoltrate — il 27% per la precisione — ha riguardato persone fuori controllo per il troppo alcol in corpo. È quanto fa sapere la Iata, l’associazione internazionale che raccoglie la maggior parte delle compagnie aeree, che nell’ultimo report ha fatto il bilancio del 2017, ultimo anno disponibile.
Secondo Tim Colehan, degli Affari esterni della Iata - riporta il Corriere della Sera - questo dato in realtà sottostima la portata reale del fenomeno “perché non tutte le compagnie membre dell’associazione hanno inoltrato questo tipo di informazione al nostro database Steades e perché non tutti i vettori sono membri della nostra realtà”, ha spiegato durante una conferenza lo scorso dicembre nel quartier generale della Iata. E nella maggior parte dei casi i passeggeri ubriachi o non vengono fatti imbarcare oppure gli episodi non vengono alla fine denunciati.
Ma quante volte accade? Nell’intero anno di riferimento ci sono state 8.731 segnalazioni di “unruly passengers”, come vengono definiti di viaggiatori problematici. Un dato sceso di 1.106 rispetto al 2016, ma — fa notare la Iata — se si guarda al tasso sul complesso dei voli si è passati da un caso ogni 1.424 viaggi a uno ogni 1.053. Nell’ultimo bilancio complessivo la prima ragione di problemi a bordo è stata — per il 49% delle denunce — la mancanza osservanza delle regole di sicurezza come, ad esempio, allacciarsi le cinture. Al secondo posto, riporta il quotidiano italiano, compaiono proprio i passeggeri ubriachi con il 27% dei casi (2.454 report). “All’interno di questa problematica — sottolinea Colehan — abbiamo visto che 562 episodi, pari al 23%, hanno avuto origine prima del decollo perché le persone problematiche hanno bevuto alcolici in aeroporto”.
Il problema non è nuovo. Da tempo i vettori che volano nelle località di vacanza — come Spagna e Grecia — denunciano un aumento di persone che s’imbarcano già ubriache. Soltanto nel Regno Unito, per esempio, gli incidenti collegati all’alcol sono aumentati del 325% dal 2013 al 2017. E a nulla sono valse le sanzioni britanniche che prevedono fino a due anni di prigione o quasi 6 mila euro di multa.
Nessun accenno nel rapporto al fatto che tanti assumono alcol prima di imbarcarsi per combattere la paura di volare, antico escamotage ancora molto in voga.