(AGI) - Catanzaro, 6 ago. - "L'80% delle strutture ricettive, in Calabria, e' abusivo". La denuncia e' del presidente della Federalberghi regionale, Vittorio Caminiti. L'andamento della stagione turistica estiva e' positivo il Calabria ma si tratta, dice all'AGI il presidente degli albergatori, di un effetto di trascinamento dovuto al buon andamento dell'industria delle vacanze nelle altre Regioni meridionali, Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia. Come dire che sulla punta dello Stivale si raccolgono soltanto le briciole. "La Calabria - afferma - e' la Cenerentola, perche' non si fa sistema e tutto e' lasciato all'improvvisazione e alla buona volonta' degli operatori".
Il 'New York Times', di recente, ha indicato l'estrema regione peninsulare come meta imprescindibile e le campagne promozionali non sono mancate, "ma tutto questo - spiega Caminiti - non e' sufficiente senza politiche che integrino le varie offerte". In primo luogo, dice il presidente della Federalberghi, il turismo calabrese deve uscire dall'illegalita'.
"Questa regione - continua - per bellezza, tradizioni gastronomiche e storia non ha eguali. Ma si continua a tollerare, se non a privilegiare, l'illegalita' diffusa. Spesso si tratta di strutture in mano ai malavitosi, raccomandate alle istituzioni pubbliche dagli amici degli amici. Manca - dice - un albo che escluda chi non ha il certificato penale a posto; chi opera in strutture non rispondenti alle norme sulla sicurezza che andrebbero chiuse. Poi - sottolinea - ci sono gli abusivi, che non pagano le tasse ma fruiscono dei servizi. I depuratori scoppiano perche' nessuno e' in grado di sapere, con dati reali alla mano, quanti siano i visitatori nei mesi estivi. Se tutti pagassero le tasse ai Comuni, si potrebbe, per esempio, investire soldi nella depurazione ed avremmo un mare piu' pulito. In altre regioni questo si fa gia' da molto tempo".
La Calabria, nei giorni, e' stata nell'occhio del ciclone a causa dell'iniziativa discriminatoria del titolare di una casa albergo che, ricevuta una prenotazione, si e' affrettato a puntualizzare all'utente di non volere "ne' cani ne' gay" nel suo albergo. "Si trattava - precisa Caminiti - di un affittacamere abusivo. Ma anche questo episodio - aggiunge - e' significativo. La Calabria e' forse l'unica regione a non essersi dotata di una legge, che invochiamo da tempo, contro la discriminazione nelle strutture pubbliche. E' chiaro che cosi' ognuno fa quello che vuole".