Il principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, in virtù dei suoi titoli e della progenie - ebbe natali illustri, nobilissimi e perfetti - prese sempre sul serio il prestigio del sangue blu. Ben più dell'ingombrante alter ego di tutta la vita, che indossò a sua differenza il cortissimo nome di Totò. Il principe lo relegava a mangiare nella cucina del suo elegante appartamento ai Parioli, benché di Totò - diciamolo - fosse sostanzialmente il mantenuto. Però la casta è casta e va, sì, rispettata.
Dunque il principe don Antonio, a rari amici o conoscenti che si rivelassero particolarmente benemeriti, concesse anche titoli. Insignì, d'una di queste patenti, Fabrizio Sarazani, giornalista, drammaturgo e peraltro discendente da antica e nobile famiglia romana. La "Grande Bolla Magistrale", firmata dal principe, controfirmata da un notaio guardasigilli e da un gran cancelliere, sarà battuta presso la Casa d'aste Minerva Auctions a Roma.
Quell'anno con Yvonne
Il principe strinse un rapporto di stretta amicizia con Sarazani, il quale gli sopravvisse di vent'anni esatti: scomparve nel 1987. I due ebbero anche occasione di condividere esperienze professionali. Nel '49, lo stesso anno del conferimento del diploma, uscì il celebre film con Totò "Yvonne la Nuit", di cui Sarazani fu soggettista e sceneggiatore. La pellicola giunse nelle sale a novembre, la patente nobiliare è di qualche mese prima. Che fosse un atto di gratitudine di de Curtis collegato proprio a quel film? Chissà.
Il diploma, che conferisce il titolo di Bali Gran Croce di Giustizia, è datato per la precisione 7 maggio 1949 e la base d'asta, per un appassionato del principe napoletano (o di Totò) è forse anche bassa: 200-250 euro. Salirà il prezzo? Dipende se e quanta battaglia ci sarà sul lotto nella prima tornata della vendita, fissata a giovedì 14 dicembre. Vanno all'incanto anche altri pezzi interessanti tra disegni e autografi, dall'immancabile Gabriele d'Annunzio a una lettera di Stanley Kubrick ad alcune caricature - parecchio ardite - schizzate da Federico Fellini.