Comprende una quindicina di nomi la lista di ex terroristi riparati oltralpe di cui l'Italia intende chiedere l'estradizione. Una 'rosa' di cui la settimana scorsa hanno cominciato a ragionare i magistrati francesi e quelli italiani, prima che ieri il ministro agli Affari europei Nathalie Loiseau ufficializzasse che il governo di Parigi non vede alcuna ragione per opporsi alla richiesta.
Uno dei primi a tornare - la domanda di estradizione sarebbe già stata formalizzata - potrebbe essere Narciso Manenti, ex dei "Nuclei armati per il contropotere territoriale", condannato all'ergastolo per l'omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri, avvenuto davanti agli occhi del figlio adolescente. Mentre per Raffaele Ventura, vecchio esponente delle "Formazioni comuniste combattenti", residente a Chalette-sur-Loing, nella Loira, la condanna è prossima alla prescrizione.
Tra i latitanti che il ministro Salvini vorrebbe vedere "in galera" figurerebbero anche Giovanni Alimonti, leader delle Br-Pcc, condannato a 22 anni al processo Moro-ter; Ermenegildo Marinelli, del "Movimento comunista rivoluzionario", oggi titolare di una società di commercio all'ingrosso; Roberta Cappelli e l'ex marito Enrico Villimburgo, ex membri di spicco della colonna romana delle Br, condannati all'ergastolo in relazione a diversi omicidi.
Due nomi sono legati a quello di Cesare Battisti, quali esponenti dei Pac, i "Proletari armati per il comunismo": si tratta di Luigi Bergamin e Paola Filippi, condannati tra l'altro per l'omicidio del macellaio Lino Sabbadin del 16 febbraio 1979 (per cui fu condannato anche Battisti).
Nella lista ci sarebbero poi Enzo Calvitti, ex Br, condannato a 21 anni per tentato omicidio; Maurizio Di Marzio, altro ex brigatista che partecipò al tentativo di sequestro di un agente di polizia; Gino Giunti, compagno di Simonetta Giorgieri, che fece parte della struttura toscana delle Brigate Rosse. E ancora: Paolo Ceriani Sebregondi, pure lui ex br, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Carmine De Rosa, responsabile del servizio di sorveglianza della Fiat di Cassino; Giorgio Pietrostefani, dirigente di Lotta continua condannato con Adriano Sofri a 22 anni di carcere come mandante dell'omicidio del commissario Calabresi; Sergio Tornaghi, ex esponente della colonna milanese Walter Alasia, condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata e concorso nell'uccisione del direttore del Policlinico di Milano Luigi Marangoni e del maresciallo Francesco Di Cataldo, agente di custodia a San Vittore.