Notizia aggiornata alle ore 8,29 del 19 novembre 2018*.
Una scossa di terremoto di magnitudo compresa tra 4.2 secondo una stima preliminare si è verificate alle ore 13.48 nella zona di Rimini (con epicentro a Santarcangelo di Romagna). I sismografi Ingv hanno registrato l'origine dell'evento a una profondità di 43,4 chilometri. Sono in corso verifiche di eventuali danni. La scossa è stata avvertita chiaramente in tutta la Romagna e anche nelle Marche. Lo rende noto su Twitter l'Ingv.
"Non ci risultano danni evidenti anche se siamo già partiti con delle verifiche. In città il terremoto si è sentito bene e i cittadini sono scesi in strada preoccupati mentre, nelle frazioni, la scossa è stata più lieve". Lo ha dichiarato Alice Parma, sindaco di Santarcangelo.
In queste ore sono in azione le squadre di tecnici della direzione Lavori pubblici del Comune di Rimini e di Anthea che eseguiranno i sopralluoghi di verifica in tutte le strutture scolastiche comunali. Lo rende noto un comunicato del Comune. Una procedura prevista in occasione di eventi come quello accaduto che vedrà all'opera una quindicina di tecnici suddivisi in più squadre. Al momento non si segnalano evidenze o problemi. Le squadre opereranno fino alla completa verifica e controllo su tutti i 54 edifici scolastici di competenza comunale.
Il parere del sismologo*
Ha dichiarato Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, al Resto del Carlino: "Il tipo di terremoto come quello registrato nella zona di Santarcangelo è legato alla placca adriatica che si inflette sotto l’Appennino e (forse) è la causa della deformazione e dei terremoti che avvengono nella crosta superiore, come quelli del 1997 e del 2016 nel centro Italia» (il primo sconvolse l’area tra Colfiorito e Foligno con 11 morti, 100 feriti e 80 mila edifici gravemente danneggiati; il secondo è quello che ha devastato il Centro Italia il 24 agosto di due anni fa, le cui ferite non sono ancora state rimarginate, ndr).
"Sono più frequenti e forti i cosiddetti terremoti crostali, più superficiali. Anche se, va detto, nel catalogo storico c’è qualche evidenza di eventi a forte impatto di tipo ‘profondo’. In genere questi eventi non danno luogo a lunghe sequenze di aftershocks, appunto scosse di assestamento. Ma la controprova l’avremo solamente nelle prossime ore".