"Mi difenderò fino all'ultimo, non sarò un agnello sacrificale". Teresa De Santis, direttrice di Raiuno, in una intervista a "La Stampa" spiega che "sentirsi vittime è il primo passo per condiscendere alla sconfitta. Certo la nostra è un'azienda difficile. E a proposito del fuoco amico, potrei citare la famosa frase (comica) di Luttazzi: 'In Rai non sai mai quando ti arriverà una coltellata ma la cosa certa è che ti arriverà dal tuo migliore amico'".+
È stata lasciata sola? "Non mi sono sentita in gran compagnia - risponde la direttrice di Raiuno - Una storia antica per una donna che riveste una posizione strategica. Io vado in guerra a mani nude. Il maggiore competitor ha investito milioni su una programmazione che lo illumina sette gironi su sette, hanno nuove produzioni, nuove fiction. Certo io ho le repliche di Montalbano, un meraviglioso Ulisse che ha inorgoglito anche l'ad Salini e di questo sono felice, ho una fiction nuova, Imma Tataranni, con una protagonista bravissima ma ancora poco conosciuta. Soprattutto non ho la Champions e questo mi creerà seri problemi, perché i film hanno risultati inferiori, e inoltre me la ritroverò contro ad attaccare le fiction migliori, mentre lo scorso anno era Raiuno ad averla e a godere del suo 19 per cento".
"Nella logica della tv lineare - conclude De Santis - che non è poi l'unico consumo oggi, mi piacerebbe portare avanti una rete pluralista in grado di rappresentare la società italiana. La Rai deve andare incontro a una trasformazione per poter affrontare le nuove sfide del mercato come già nei piani dell'ad Salini, una riforma radicale che la rende piu' libera e snella e dunque competitiva. Per me parla la mia storia, le etichette sono di comodo".