La mattanza delle tartarughe marine. Catturate e decapitate. Quattro in provincia di Bari, le ultime due nelle scorse ore, a Bisceglie e a San Giorgio, località a sud di Bari, mentre altre due erano state rinvenute senza vita in precedenza a Giovinazzo e a Trani. Sei, invece, le tartarughe uccise a Taranto tra 2017 e parte del 2018 in prossimità del Mar Piccolo. “Ma per carità non diciamo assolutamente che le tartarughe vengono uccise per un rito scaramantico dei pescatori, che così, con questo gesto, confidano in un pescato abbondante - dichiara Fabio Millarte del Wwf di Taranto - Nessuna superstizione, nessuna credenza popolare o marinara da onorare, è barbarie pura. Punto e basta. Le uccidono assestando sulla testa colpi di remi perché le tartarughe danno fastidio. Strappano le reti una volta che restano impigliate e mangiano un po' del pescato. Ovviamente - sottolinea Millarte - parliamo di pescatori senza scrupoli, per niente rispettosi del mare e dell’ambiente”.
Incalza TartaLife, un progetto finanziato dalla Ue attraverso il ministero delle Politiche agricole con lo scopo di proteggere le tartarughe marine. “Dobbiamo mettere in chiaro che questi vandali nulla hanno a che fare con la maggioranza dei pescatori che, al contrario, verso il mare e le sue creature nutrono rispetto e attenzione”, afferma Alessandro Lucchetti. Capofila del progetto è il Cnr di Ancona, istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine. Col Cnr, altri sei partner tra cui Legambiente.
“Col progetto TartaLife - spiega Lucchetti - lavoriamo quotidianamente proprio per contribuire fattivamente alla conservazione della tartaruga marina. E lo abbiamo fatto - aggiunge - proprio insieme a molti operatori della pesca, sviluppando e diffondendo specifici attrezzi da pesca a basso impatto, potenziando i centri di recupero, formando i pescatori su cosa fare in caso di catture accidentali”.
TartaLife auspica che i colpevoli “possano essere velocemente identificati”, proprio per isolarli dal resto dei pescatori, e Pasquale Salvemini, responsabile per il Wwf del centro recupero tartarughe di Molfetta, dichiara: “Siamo sconvolti. Abbiamo deciso di presentare denuncia formale presso la Procura perchè questi sono crimini che devono essere perseguiti. Vogliamo trovare i o il responsabile e anche per questo lancio un appello: chi sa qualcosa, parli”.
Scende in campo anche la Regione Puglia con l’assessore all’Ambiente, Gianni Stea. “La Regione Puglia - afferma Stea - raccoglie e fa propria la denuncia che arriva dal Wwf. Le “Caretta Caretta” sono una specie protetta e ad altissimo rischio di estinzione. Ci troviamo davanti a reati penali. Confido - aggiunge l’assessore pugliese - nell’operato delle forze dell’ordine e della Magistratura affinché si possa fare luce sugli autori di questi barbari reati, appellandomi anche alla stragrande maggioranza dei pescatori che affrontano il proprio mestiere con enorme spirito di sacrificio e con grande rispetto per l’ambiente”. marino, affinché collaborino con le autorità preposte. Se il reato sarà accertato e i colpevoli individuati - conclude Stea - chiederò che la Regione possa costituirsi parte lesa”.
Tutti pensano che si tratti di gesti isolati anche se criminali. In effetti la Puglia vanta un bel rapporto con le tartarughe Caretta Caretta. Diversi, infatti, sono gli esemplari che negli anni, dall’Adriatico allo Jonio, sono stati recuperati, messi in salvo, curati e poi riaffidati al mare. E spesso questo è avvenuto proprio grazie alle segnalazioni di pescatori, cittadini o bagnanti che hanno allertato il Wwf. Senza trascurare i diversi casi in cui volontari e attivisti del Wwf hanno presidiato i nidi sulle spiagge per proteggerli.
A ottobre 2017 a Campomarino di Maruggio, lungo il litorale ionico in provincia di Taranto, ci fu una schiusa di ben 44 uova. Ma solo 38 tartarughe sono nate mentre altre 6 furono ritrovate morte. E sempre a Campomarino di Maruggio quasi ogni estate si assiste a quel fenomeno particolare che è appunto rappresentato dalla schiusa. Accade di notte, quando solitamente c’è una luna bella e splendente. Le piccolissime tartarughe spuntano dalla sabbia dove sono state deposte e fanno il percorso all’inverso: dal bagnasciuga al mare. Libere. Nel loro habitat naturale. Per cominciare la vita.