L’Italia è un paese di automobilisti furbetti e l’ultima indagine realizzata per Facile.it da Up Research e Norstat lo dimostra: un automobilista su sei in caso di danni procurati ad auto parcheggiate, in assenza del proprietario preferisce darsela a gambe. Secondo i dati raccolti la percentuale raggiunge il 16,5%, vale a dire 1,3 milioni di automobilisti che decidono coscientemente di non assumersi la responsabilità del danno arrecato.
Un danno vero soprattutto perché non facilmente rimborsabile; così come spiega lo studio infatti, se l’automobilista che ha causato il sinistro lascia i propri recapiti, il proprietario del veicolo danneggiato può tirare un sospiro di sollievo perché, in questo caso, è possibile fare una normale constatazione amichevole e chiedere il rimborso dei danni subiti alla compagnia assicurativa della controparte.
Ovviamente, i problemi nascono nel momento in cui il responsabile del danno scappa senza lasciare i propri recapiti e in assenza di testimoni. “È bene sapere che questo genere di danni non sono coperti dalla polizza RC auto obbligatoria – spiega Diego Palano, responsabile assicurazioni di Facile.it - ma richiedono una copertura aggiuntiva opzionale; quello contro gli Atti vandalici. Se l’assicurato ha tale garanzia accessoria, dopo aver sporto denuncia alle autorità potrà chiedere alla propria compagnia il rimborso del danno subito; in caso contrario, le spese di riparazione saranno interamente a suo carico”.
Attenzione però – prosegue Palano - perché la garanzia contro gli Atti vandalici non copre tutte le tipologie di danno subito; ci sono alcune componenti dell’automobile, ad esempio il parabrezza, i finestrini e il lunotto posteriore, che richiedono un’ulteriore coperture aggiuntiva, in assenza della quale il danno causato da terzi non verrà rimborsato.
È importante, infine, considerare il massimale e la presenza di eventuali franchigie, elemento abbastanza comune quando si tratta di polizze contro gli atti vandalici; in caso di danno, la compagnia rimborserà il proprietario fino al valore emergente dalle quotazioni ufficiali dell’auto danneggiata; se il costo di riparazione supera questo valore, la differenza sarà comunque a carico dell’assicurato.
Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo della popolazione adulta con età compresa tra i 18 ed i 74 anni e il profilo del furbetto medio è presto fatto: intanto è un uomo, perché le donne, a parte una minima percentuale pari all’8,5%, si dimostrano molto più oneste; i maschietti che invece cercano di farla franca scappando ammontano al 21,3% degli intervistati.
L’automobilista furbetto poi è giovane, tra i 25 e i 34 anni (31%), i guidatori più esperti, quelli tra i 65 e i 74 anni, in genere restano sul luogo, la percentuale di fuggitivi tra di loro non super l’8,8%. Le zone dove questo spiacevole inconveniente si materializza più facilmente sono nel centro Italia (18,8%) e nel meridione (18,5%). Molto interessante l’aspetto umano della faccenda, lo studio infatti indaga anche quali sono le ragioni per le quali un automobilista che ha appena procurato un danno ad una macchina lasciata incustodita dal proprietario decide di tentare la fuga: “È un danno da niente” a quanto pare è la prima cosa che passa per la testa, la seconda sensazione più obliterata è la paura di aver causato, al contrario, un danno troppo esoso per le proprie tasche, altro pensiero molto gettonato è il classico “tanto nessuno mi ha visto”, un evergreen, e infine la classica autoassoluzione ovvero “tanto nessuno lascia mai bigliettini”.
Lo studio appare illuminante per quanto riguarda soprattutto le scappatoie possibili per chi si rende responsabile di un simile danno che, al momento, è facilmente aggirabile, come se fosse un delitto perfetto, per farla franca basta soltanto un minimo menefreghismo.