In 10 anni gli insegnanti italiani hanno visto il loro stipendio diminuire di mille euro all’anno. La denuncia è arrivata proprio la scorsa settimana da Flc Cgil che ha analizzato i dati ufficiali del Conto annuale del MEF.
Secondo i dati del ministero dell’Economia, la spesa per il personale docente (ma non solo) è diminuita di 4 miliardi (2017 su 2008).
“Ma il picco negativo - si legge sul Messaggero - è stato raggiunto nel 2012 quando si andò sotto di 6,7 miliardi. La conseguenza diretta si vede sugli stipendi medi annui del personale: dieci anni fa guadagnavano 29.280 euro, nel 2017 l’importo è stato pari a 28.440 euro. In termini percentuali, tra il 2008 e il 2017, il calo è stato del 2,9% a cui si aggiunge inevitabilmente la perdita legata all’inflazione che, nel periodo preso in esame, è stata pari all’11,2%”.
In attesa dell’aumento
I docenti attendevano il rinnovo del contratto 2019-2021 con un considerevole aumento degli stipendi.
Il governo M5S-Lega, invece, nella Legge di bilancio 2019, ha previsto aumenti stipendiali di 14 euro mensili, pari alla vacanza contrattuale.
“Il contratto relativo al comparto “Istruzione e Ricerca”, firmato un anno - spiega ancora il Messaggero - ha alzato gli stipendi del 3,48%”.
“E’ stato un passo in avanti ma non ancora sufficiente - ha commentato la Flc Cgil - per il pieno recupero di quanto perso in questi anni. Occorrerebbero, infatti, risorse aggiuntive se l’obiettivo è non solo di recuperare l’inflazione ma anche di equiparare gli stipendi italiani a quelli dei colleghi europei”.
Al crollo degli stipendi dei docenti italiani va aggiunta una considerazione, si legge su “Tutto Scuola”: “lo stipendio lordo iniziale annuo dei docenti italiani di scuola primaria (e di scuola dell’infanzia), secondo i dati OCSE contenuti in “Regard de l’éducation 2018”, è di 28.514 euro, cioè oltre tre mila euro al di sotto della media dei Paesi dell’UE (31.699) e di quasi 4 mila sotto la media dei Paesi aderenti all’OCSE.
I tedeschi, gli insegnanti più pagati
“La forbice tra gli stipendi italiani ed europei - si legge su Orizzonte Scuola - è già notevole ad inizio carriera, differenza che cresce riguardo ai docenti della scuola primaria, la cui retribuzione è inferiore di 2.770,95 euro all’anno rispetto a quella dei colleghi europei”.
Non va meglio a fine carriera quando il divario è sempre notevole e il primato è ancora una volta “detenuto dai docenti della scuola primaria che percepiscono 9.539,98 euro in meno rispetto ai colleghi europei. Seguono i docenti della scuola secondaria di II grado con un meno 9.235,05 euro all’anno; i docenti della secondaria di primo grado con un meno 8.679,12 euro e quelli dell’infanzia con un meno 5.179,11.
Un insegnante di scuola primaria in Germania guadagna mediamente 49.185 euro a inizio carriera e 65.500 alla fine. Per i professori di primo grado (medie) lo stipendio è 55.292 all’inizio e 72.600 prima di andare in pensione. Mentre negli istituti superiori i docenti guadagnano 55.563 freschi di laurea e 80.375 a fine carriera. In altre parole, nell’infanzia c’è una differenza con l’Italia di 24.378 euro, nella primaria di 26.547, nelle medie inferiori di 28.550, nelle superiori di 28.820 euro.
La paga dipende dallo stato (federale)
Ma non tutti gli insegnanti tedeschi sono soddisfatti di ciò che portano a casa a fine
mese. In Germania, infatti, il salario e l’orario di lavoro cambia a seconda dello stato federale. Il ministero dell’Istruzione lascia a ogni stato un certo margine di libertà nell’organizzazione del calendario scolastico e degli stipendi. Il risultato è una forte concorrenza tra stati e una corsa al trasferimento da parte degli insegnanti. Secondo quanto riporta il sito academics.com del settimanale Die Zeit, nel 2015 ad Amburgo il salario di un insegnate a tempo pieno era più alto dell’8,7% rispetto al resto del Paese. Subito dopo veniva la Sassonia con l’8,2%. All’ultimo posto si piazzava la
Renania Palatinato in cui lo stipendio era del 4% più basso della media nazionale.
Più ore in classe
•Rispetto agli insegnanti italiani i tedeschi lavorano di più. In Italia un docente resta in classe dalle 18 alle 22 ore a seconda della scuola:
•25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia
•22 ore settimanali nella scuola elementare
•18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria ed artistica
•In Germania i docenti di scuola primaria lavorano 27 ore settimanali con picchi di 28,5 in Renania.