Chissà, forse negli abissi dell’oceano Atlantico, a qualche migliaio di metri di profondità, vive un testimone oculare dell’inabissamento del Titanic. O magari qualcuno che intravide Cristoforo Colombo a bordo della Santa Maria mentre cercava di raggiungere le Indie, andando però ad attraccare nelle Americhe.
Stiamo fantasticando, certo, ma quando si parla degli squali della Groenlandia far correre la fantasia è fin troppo facile: di loro si sanno ancora poche cose, una delle quali è però la straordinaria longevità. Secondo una recente ricerca pubblicata su Frontiers in Marine Science, questi pesci vivono in media tra i 272 e i 512 anni. Il dato, che già così porrebbe questa specie come l’animale più longevo al mondo, potrebbe addirittura “essere sottostimato”.
Groenlandia, ma non solo
Mezzo millennio abbondante di vita: ecco che anche la scoperta dell’America del navigatore genovese, avvenuta nel 1492, potrebbe rientrare nell’arco dell’esistenza di qualche esemplare ancora in vita.
Il nome con il quale vengono normalmente chiamati, cioè squali della Groenlandia, non tragga in inganno: “Sono conosciuti principalmente per vivere nelle profonde acque costiere dell'Artico e del Nord Atlantico – si legge nella ricerca - ma hanno il potenziale per spaziare in tutto il mondo”.
Groenlandia, quindi, e poi le acque nei pressi dell’estuario del fiume San Lorenzo in Quebec, ma non solo: questi squali sono stati infatti censiti anche in aree molto lontane dall’Artico. Come rivela la mappa messa a punto dal Greenland Shark Research (Geerg), alcuni esemplari vivono nei pressi della penisola scandinava, altri nelle acque attorno al Regno Unito, altri ancora nei mari a nord della Russia. Un presunto avvistamento nel Golfo del Messico, avvenuto nel 2013, è stato invece successivamente smentito.
“Sono distribuiti tra l’oceano Artico e l’Europa del Nord fino al 32esimo parallelo nord nell’Atlantico”, si legge sul sito di Geerg, dove nuotano in acque con temperature comprese “da -1,6 gradi a +16,1”.
Il Somniosus microcephalus, questo il nome scientifico dello squalo, ama vivere in profondità, da alcuni metri fino addirittura i tremila metri sotto la superficie dell’acqua. Zone che rendono altamente improbabili eventuali incontri con l’uomo, tant’è che fino a oggi si ignora se questi enormi pesci (solo gli squali bianchi sono più grandi) siano portati ad attaccare l’essere umano.
La loro dieta? Un po’ quello che capita, nel senso che si cibano sia di animali vivi che di carcasse. In generale gradiscono pesci come salmone, merluzzo, anguille e aringhe o altri squali più piccoli, oppure invertebrati come crostacei e polpi e alle volte persino foche o beluga. L’unico predatore che minaccia la sopravvivenza dello squalo della Groenlandia è invece il capodoglio.
Lento, anzi lentissimo: e si riproduce solo dopo un secolo e mezzo
Di certo c’è che la stazza di questi pesci è notevole: in media invece misurano tra i 2,5 e i 4,5 metri, raggiungendo un peso di 1200 chili. La lunghezza massima mai registrata è di 7 metri e 30 centimetri;
Dimensioni che gli squali della Groenlandia raggiungono molto lentamente: appena nati, si legge in un’altra ricerca del 2012, misurano tra i 40 centimetri e il metro, per poi crescere di appena un centimetro all’anno. Uno sviluppo lento che li porta a raggiungere la maturità sessuale a circa 156 anni.
C’è un’altra caratteristica curiosa di questo pesce da record, la lentezza: Geerg sottolinea che normalmente percorre 0,3 metri al secondo, cioè circa un chilometro all’ora. In fondo, in cinquecento anni si ha tempo di far le cose con calma.