'Spelacchio' non è arrivato integro a Natale per colpa dell'incuria dei tecnici del comune di Roma, ma anche per una singolare concausa: la sua base è stata ingabbiata in un blocco di cemento armato di 8 metri cubi, per non farlo muovere. E, per far tirare più rapidamente il cemento, qualcuno ha avuto l'idea di metterci dentro degli acidi che ovviamente hanno corroso il legno dell'abete.
A rivelare questa manovra è Antimo Palumbo, storico degli alberi ed esperto del patrimonio arboreo della capitale, interpellato dall'Agi per fare luce sul mistero di Natale che sta appassionando i romani: perché l'abete rosso di piazza Venezia ha avuto una vita così breve?
"Un'operazione arrangiata"
"A mio avviso c'è stata più di una causa", ci spiega Palumbo, "l'abete è rimasto danneggiato già durante la fase di innalzamento, il lato sinistro sta infatti peggio rispetto al lato destro. Inoltre, ha subito un forte sbalzo termico: appena arrivato a Roma era freddo, e questo lo ha favorito, ma subito dopo la temperatura si è alzata di vari gradi. E poi l'imperizia di collocarlo in un cubo di cemento, mimetizzato per nascondere il fatto che la pianta è senza le radici, con quattro tiranti laterali. Il Campidoglio ha scelto di privilegiare la sicurezza, ma è mancato un responsabile che seguisse tutti i passaggi dell'operazione". Ad esempio, sembra che nessun responsabile del Servizio Giardini del Comune di Roma abbia accompagnato la Società Ecofast Sistema quando è andata a prendere l'abete in Val di Fiemme. "È stata un'operazione arrangiata, ma questo non va bene perché l'abete di piazza Venezia è un simbolo del nostro Paese".
Secondo Palumbo, sarebbe bastato che il Comune di Roma copiasse quanto hanno fatto in Vaticano, dove l'abete di Piazza San Pietro è stato bloccato con dei legni e posato dentro un vaso di cemento con la sabbia all'interno: "Il vantaggio è che questo vaso, una volta terminate le Feste, sarà svuotato, messo da parte e riutilizzato il prossimo anno, mentre il cemento che avvolge 'Spelacchio' dovrà essere smaltito in discarica, con tutte le conseguenze in termini di costi e di inquinamento".
"Ho raccolto dei semi, proverò a piantarli"
Visto che il sindaco Raggi non è stata fin qui fortunata, che consiglio può dare un esperto per il prossimo anno? "Sarebbe bello addobbare un albero vero, con le radici, magari cambiando location. A Piazza San Marco, per esempio, c'e' un bell'agrifoglio con le bacche rosse. Non è spettacolare, ma non costa 49.000 euro. Oppure manteniamo l'abete a piazza Venezia ma scegliamone uno più piccolo, di 10 metri invece di 22, e lasciamolo nel vaso di terra". Comunque Palombo, da vero botanico, si è recato sul luogo del "delitto" e ha raccolto alcuni semi caduti da una pigna in cima a "Spelacchio": "è un ultimo segno di vitalità dell'abete, penso che proverò a piantarli".