Non poteva avvenire in un clima peggiore la visita del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto. A quasi un anno di distanza dal disastro che ha ucciso quasi 300 persone e ne ha lasciate migliaia senza casa, esplode la rivolta dei sindaci dei comuni terremotati. Troppi ritardi nella consegna delle casette, passo di lumaca nella rimozione delle macerie e - soprattutto - promesse tradite sull'esenzione totale da tasse e contributi. Queste le accuse al governo, che si difende affermando di essere stato costretto a rispettare le norme europee sulle agevolazioni fiscali. Una replica che non basta alle comunità messe in ginocchio dal terremoto.
Il sindaco di Amatrice: "Ci hanno presi in giro"
A riportare bruscamente al centro del dibattito la sorte dei borghi devastati dalle scosse è stata un'intervista al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, pubblicata domenica dal Messaggero. Il primo cittadino della località simbolo del dramma non ha usato mezzi termini: "Sull'esenzione da tasse e contributi ci hanno presi in giro. Ho studiato il bando pubblicato dal ministero dello Sviluppo Economico, non c'è quello che era stato stabilito. Ci avevano promesso l'esenzione dai contributi e dalle tasse per le imprese per due anni. E invece c'è solo un credito di imposta". E ancora: "Io avevo detto che la zona urbana franca doveva essere appannaggio soltanto dei 55 comuni che hanno una zona rossa (ovvero con case distrutte dal sisma), invece l'hanno allargata a tutti, perché poi la civiltà dei clientes parte dall'Antica Roma...". Parole che, secondo il quotidiano romano, sono state accolte dall'esecutivo con "imbarazzo palpabile".
Un complesso groviglio di competenze
"Nel governo parte un vorticoso giro di telefonate", ricostruisce il Messaggero, "Palazzo Chigi decide che a rispondere debba essere il Mise che ha emanato la circolare. Ma sull'emergenza e la ricostruzione delle zone terremotate c'è un complesso groviglio di competenze. Lo Sviluppo Economico si occupa degli incentivi e dunque ha dovuto scrivere la circolare contestata. L'Economia e Finanze è competenete sulla parte fiscale e sui fondi. Palazzo Chigi sovrintende e coordina. L'onere della replica tocca quindi al titolare del Mise, Carlo Calenda.
La replica di Calenda
A proposito dell'allargamento della zona franca a comuni senza zona rossa, il ministro chiarisce che "non era nel potere della circolare modificare l’estensione dei Comuni, così come disciplinata per legge". Sull’esenzione dai contributi e dalle tasse per le imprese, Calenda afferma poi che l’agevolazione per chi ha subito danni non è "un’esenzione totale di quanto dovuto", ma "un esonero di benefici fiscali e contributivi soggetti a un tetto in ragione del richiamo della norma di legge ai regolamenti comunitari de minimis e della fissazione per legge di limiti annuali alle fruizioni dei benefici". In poche parole, il governo aveva le mani legate. E a proposito della pubblicazione della circolare in agosto, anch'essa contestata da Pirozzi, Calenda spiega che "è stata motivata dall'urgenza di fornire indicazioni utili alle imprese e non determinerà alcuna lacuna conoscitiva. Il termine per presentare le domande scade il 23 ottobre".
Una risposta che a Pirozzi non basta: "Il Mise dice che i Comuni del perimetro della zona franca non li ha stabiliti lui, ma il decreto. Vero! E infatti avevo detto al governo che stavano allargando a macchia d'olio gli aiuti, che non era serio e che gli aiuti era giusto darli solo ai Comuni con zone rosse. Ora a causa di questa scelta, e lo scopriamo solo oggi, i soldi non bastano".
"Ma che pensano che stiamo a gioca'?"
Altrettanto duro il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci, che oggi accoglierà Gentiloni. "Prima le macerie, che non si è mosso un sasso per mesi. Poi le casette, che non arrivavano mai. Adesso la no-tax area, che se la rimangiano. Ma che pensano che stiamo a gioca'? Qui la gente non ce la fa più", dichiara Petrucci al Corriere. Più cauto il primo cittadino di Accumoli, Stefano Petrucci: "Non ho approfondito la norma, ma spero che ci possano essere ripensamenti".
Il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, ancora al Corriere, cerca di smorzare la polemica e giura che i patti verranno rispettati: "Per quello che riguarda la zona franca il governo ha assicurato che, per i prossimi due anni, entro i de minimis tutte le imprese non pagheranno né tasse né contributi. Come è noto è così che funzionano tutte le zone franche e io sono convinto che sarà così anche per le zone terremotate". Nessuna promessa tradita? "No, gli impegni presi dal governo saranno confermati", assicura Errani, convinto che, per quanto lunga, la strada della ricostruzione sia tracciata su fondamenta solide.
Appuntamento al 21 agosto, quando Errani presenterà il suo dossier, che ha l'obiettivo di dimostrare con i numeri l'impegno delle istituzioni. "Non ci sono ritardi", continua a giurare.