“Quindici anni e il buon senso di un uomo adulto che comprende l’enorme distanza che c’è tra chi denuncia dei problemi e chi, di quegli stessi problemi, vuol approfittare per racimolare voti”. Lo presenta così Il Messaggero Simone, eroe per un giorno, nel giorno del conflitto di un quartiere, Torre Maura a Roma, contro i Rom, “gli zingari”. Eccolo, dunque, Simone “che ieri in via dei Codirossoni, a un esponente di CasaPound ha detto candidamente: ‘Torre Maura sta in una situazione di degrado. Lei fa leva sula rabbia della gente per i suoi interessi”. Punto. Il video, in rete, è diventato virale.
Così la Repubblica presenta “il ragazzo che ha sfidato CasaPound”, in un articolo dal titolo “La lezione civile di Simone”. Questo l’avvio: “Cappuccio alzato, Simone scende dall’auto grigia di papà. E d’un fiato dice: ‘Ho fatto un casino’. Si ferma, Simone, Simoncino per tutti in verità: ‘Però non mi pento e lo rifarei’. Fugge in cortile, suona al citofono. Mamma apre, ora la casa lo protegge. Simone, 15 anni, è andato in mezzo a quelli che avevano calpestato il pane”.
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“Nei 15 anni di Simone – commenta Luca Bottura sul quotidiano romano di Largo Fochetti –, c’è il gusto profondo della sfida al pensiero dominante. Il coraggio concreto di scandire i propri riferimenti culturali, più che politici, sapendo che sono impopolari tra chi lo circonda. Concretamente. Con la concreta possibilità di perdere un dente o più, non follower. La speranza che il ‘cosa’ dici, quando speri di cambiare le regole del gioco, sia più importante del rumore altrui che ti fa velo”.
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Il Fatto Quotidiano va invece a intervistare il padre di Simone,: “Fiero di mio figlio”, però ammonisce: “Ma ora non diventi un eroe della sinistra”. Sapeva che Simone sarebbe passato in via Codirossoni?, gli chiede il giornalista. “Non ne avevo idea. Né lui mi ha detto niente. L’ho scoperto quando hanno iniziato a mandarmi il video su whatsapp e a farmi i complimenti”. Cosa gli ha detto? “Ero commosso, non sono riuscito a dirgli nulla. Gli ho dato un bacio e l’ho mandato a divertirsi al Romics (la fiera dei fumetti e videogame, ndr)”. Simone fa politica? L’ha mai fatta o lo farà in futuro? “No, come ha detto lui stesso non ha mai fatto politica. È un ragazzo normale. Io mi sono un po’ esposto quando siamo stati licenziati da Almaviva, ma non l’ho mai coinvolto. Se vorrà in futuro non lo so, gli consiglierò di restare sempre coerente e guardarsi bene intorno”. E ancora: Cosa dovrebbero fare i cittadini allora? “Bisognerebbe organizzarsi e protestare davanti ai palazzi del potere. E anche la sinistra non può accontentarsi dell’eroe di turno. Oggi è Simone, ieri era Mimmo Lucano, l’altro ieri era il consigliere di Rocca di Papa. C’è la persona che scalda gli animi per qualche ora, ma non un vero lavoro di organizzazione”.
“Il pregiudizio è antico, e il raggio dell’ostilità si estende ben oltre le periferie povere” scrive sul caso Torre Maura Benedetta Tobagi su la Repubblica. “’I rom sono l’anello debole della catena migratoria, sono molto disprezzati. Del bambino nero dicono tutti Com’è bellino!. Il bambino rom, no. Lo identificano con la sporcizia, il furto, la menzogna. I pregiudizi sono enormi’, mi spiegava, tempo fa, una dirigente scolastica del quartiere Barra, a Napoli, area poverissima e ad alta densità camorrista, la cui scuola (inattesa oasi felice dentro un brutto parallelepipedo prefabbricato) aveva nel bacino d’utenza un grande insediamento nomadi; ‘lavoro con gli immigrati da vent’anni, le difficoltà che abbiamo nei confronti dei rom non le ho mai trovate verso altri’”.