È di nuovo caos in Ama, la partecipata dei rifiuti del Campidoglio: oggi alle 14,30 si sono dimessi i tre membri del Cda nominato appena 100 giorni fa. Alla base della disputa tra l'azienda e il Campidoglio c'è ancora il bilancio 2017 di Ama, che non riesce ad essere approvato. L'azienda partecipata reclama 18 milioni di euro dal Comune di fatture per la Gestione dei servizi cimiteriali ma il Campidoglio ritiene che si tratti un credito di cui la società ha già usufruito. Pesa inoltre sui conti la valutazione della Centro-Carni che in una stima al ribasso potrebbe portare i conti dell'azienda in rosso. È la quarta volta in poco più di tre anni che salta il Cda di Ama.
"Le comunichiamo, nostro malgrado, che da parte nostra è venuta meno la necessaria fiducia nel socio unico di Ama Spa e, pertanto, con la presente dichiariamo di rassegnare le dimissioni con decorrenza dalle ore 18 di oggi (1 ottobre 2019) dalla carica di componenti del Consiglio di amministrazione", si legge nella lettera inviata dai componenti dimissionari del Cda Ama, la presidente Luisa Melara, Paolo Longoni e Massimo Ranieri, alla sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Le dimissioni del Cda di Ama non sarebbero legate alla posta dei 18,3 milioni di crediti sui servizi cimiteriali, ma dall'"assoluta inerzia" del Comune, scrivono i consiglieri, "il tema non è la posta di bilancio, peraltro assolutamente neutra rispetto al risultato dell'esercizio e al patrimonio netto della società. Ma è assai più grave, e probabilmente più scomoda per la sua amministrazione, e verte esclusivamente sulla assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare le situazioni di criticita' riscontrate su più piani, durante i 104 giorni di governo societario".