Fino a lunedì i serbatoi di Acea sono in grado di garantire acqua regolarmente per tutta Roma, anche senza l'apporto dell'acqua prelevata dal lago di Bracciano. Sfumata però l'ipotesi di un provvedimento di Palazzo Chigi che - dichiarando l'emergenza in 10 Regioni causa siccità - consentisse di bypassare lo stop al prelievo idrico dal lago imposto dalla Regione Lazio, a questo punto restano solo 24 ore per capire se a Roma sarà turnazione dell'acqua o meno. Alla mezzanotte di oggi scatta infatti il divieto imposto dall'ordinanza della Regione Lazio di prendere acqua dal bacino idrico di emergenza della Capitale, ormai arrivato sotto al livello minimo consentito rispetto allo zero idrometrico. Acea Ato 2, gestore del servizio idrico di Roma e provincia, ieri ha fatto una nuova proposta alla Regione, che però prevede comunque di captare acqua dal lago - 500 litri al secondo invece degli attuali 1.100 - e viene dunque considerata irricevibile, vista anche l'indagine aperta dalla Procura di Civitavecchia a carico dell'azienda con l'ipotesi di reati ambientali. Sembra comunque difficile che Acea Ato 2 possa comunicare con poco preavviso le zone interessate da un eventuale razionamento idrico, che coinvolgerebbe 1,5 milioni di persone con turni da 8 ore.
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Il piano dell'Acea per scongiurare i razionamenti
"La situazione di Roma è quella che mi preoccupa di più. Acea e Regione stanno lavorando su di una soluzione per evitare di lasciare centinaia di migliaia di persone senz'acqua perché non è accettabile. C'è poi la situazione del lago di Bracciano". Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti dopo l'incontro con la Conferenza delle Regioni sulla siccità, nell'articolo dell'HuffPost. Il lago di Bracciano, ha detto il ministro, "si trova nella più grave emergenza idrica registrata nell'Italia centrale. Proprio ieri si è tenuta una riunione dell'Osservatorio sull'Appennino Centrale", per "affrontare prioritariamente le azioni rivolte alla salvaguardia del lago. Sulla base dei dati aggiornati al 24 luglio 2017 il quadro di severità idrologica è confermato elevato", in particolare per le Regioni Lazio, Umbria e Marche" (in relazione all'ATO 1 di Pesaro Urbino), ha affermato sempre il ministro dell'Ambiente in audizione in commissione Ambiente al Senato sulla siccità.
Lo scetticismo della Regione
Acea ha presentato in serata un nuovo piano, scrive oggi il quotidiano La Stampa: "potizza una graduale riduzione dei prelievi da Bracciano, che dovrebbero dimezzarsi intorno al 5 agosto, quando la città si svuoterà. Ma fino a ottobre e alle piogge Roma continuerà a 'bere' il lago. In più, tra l’altro, si chiede un commissario per fare le infrastrutture idriche, si prevede la riduzione della pressione di notte e si propone di 'restituire' al lago tutti i recuperi di perdite della rete idrica. Dalle stanze del governatore del Lazio Nicola Zingaretti chiariscono: è un piano impraticabile, a maggior ragione dopo il pronunciamento del Tribunale delle Acque. Una soluzione la poteva trovare il governo, con un decreto di Protezione Civile che avrebbe temporaneamente sospeso l’ordinanza del Lazio. Ma l’intervento della magistratura sembra aver convinto Palazzo Chigi a rinunciare. Dunque, da lunedì prossimo Roma potrebbe entrare in crisi".