Rami "è stato furbo", quando l'autista "ci ha requisito i telefoni, lui lo ha nascosto e ha chiamato il 112: è il nostro eroe". E' Adam, 13 anni a raccontare del gesto del compagno di classe.
Quando Ousseynou Sy, l'autista 47enne italiano di origini senegalesi che ha sequestrato lo scuolabus con 51 ragazzini a bordo, ha fermato il mezzo per raccogliere i telefoni il ragazzino lo ha tenuto con sé e quando è ripartito ha chiamato i carabinieri, raccontando che quell'uomo voleva ucciderli.
Qualcosa di incredibile all'inizio anche per chi era dall'altro capo del telefono, ma i militari hanno comunque allertato tutte le pattuglie per intercettare lo scuolabus. Poi il ragazzino è riuscito anche a chiamare i genitori: "E' stato freddo e coraggioso" racconta il compagno. A quel punto pero' l'autista si era accorto che qualcuno non aveva consegnato l'apparecchio e si è fermato una seconda volta per prenderglielo: "Ha dovuto consegnarlo o sarebbe successo qualcosa di brutto". Ma durante la telefonata con le forze dell'ordine le informazioni fornite erano state utili a trovare la posizione e predisporre i soccorsi.
Ora per Sy si profila un'accusa di terrorismo. Voleva vendicare i migranti morti in mare e ha dato fuoco al mezzo mentre i carabinieri, che erano riusciti a fermarlo, portavano in salvo gli studenti.
"Ha sostanzialmente ammesso la sua condotta e la premeditazione, lo aveva ponderato da qualche giorno" ha detto il pm antiterrorismo Alberto Nobili, "Ha fatto tutto da solo, non ha consultato nessuno e non ha ricevuto nessuna direttiva. Voleva che tutto il mondo potesse parlare della sua vicenda e prendere atto che le morti in mare con bambini sbranati da squali devono finire".
Sy "non è inquadrabile in un contesto radicalizzato né di stragismo islamico: sembra piuttosto un lupo solitario" ha aggiunto Nobili che indaga per sequestro di persona, strage, incendio con l'aggravante terroristica. L'uomo ha ammesso la premeditazione: "Ieri ha comprato la tanica da 10 litri di benzina e le fascette per legare i ragazzi", ha proseguito il magistrato. Cospargere il bus di benzina "doveva essere un modo per controllare i bambini. Ha cercato di sminuire dicendo che non voleva fare del male: voleva arrivare all'aeroporto e prendere un aereo per il Senegal. Ha garantito che se non fossero intervenuti i carabinieri secondo lui nessuno si sarebbe fatto male".
Sy, 47 anni, da almeno 15 anni autista della società Autoguidovie, era partito con a bordo gli studenti e due adulti accompagnatori. Aveva il compito di portare i ragazzi a scuola ma ha dirottato il mezzo verso Milano e, brandendo prima un coltello e poi una pistola ha urlato: "Da qui non esce vivo nessuno".
"Diceva di voler vendicare le sue tre figlie morte, e per questo togliere la vita a tutti noi" hanno raccontato Adam e Sami, si è riferito a tutti "i bambini che vengono dall'Africa e muoiono in mare per colpa di Di Maio e Salvini".
La centrale operativa dei carabinieri ha attivato le compagnie di Lodi, Crema e Milano e quando si trovava all'altezza di San Donato, il bus ha sfondato un posto di blocco formato dai militari. Ha quindi zigzagato in mezzo al traffico trascinando per circa 80 metri la macchina dei carabinieri.
Quando l'autobus è finito contro il guardrail, l'uomo ha cosparso il mezzo di liquido infiammabile. I carabinieri sono però riusciti a sfondare un vetro e mettere in salvo i ragazzini. Nel frattempo il veicolo è stato avvolto dalle fiamme: sono intervenute sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco che hanno spento l'incendio. Adesso dello scuolabus non resta che la carcassa annerita.
Nessun ferito tra i bambini, anche se lo choc è stato forte. Secondo quanto riporta l'Areu, 23 ragazzini sono stati visitati in una palestra dell'istituto dell'istituto Margherita Hack di San Donato, in attesa dei genitori e con supporto psicologico; 12 sono stati portati in ospedale più due adulti, di cui uno in codice giallo ricoverato alla De Marchi, gli altri in codice verde.