Sta facendo molto discutere il rapporto Eurispes 2019 che svela i dati circa le morti a causa dei selfie: 259 per l’esattezza, nel mondo, tra l'ottobre 2011 e novembre 2017, una quantità enorme portata a galla, così come scrive La Repubblica, da uno studio dell'India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi.
“La fascia d'età con la più alta incidenza è quella compresa tra i 20 e i 29 anni con 106 vittime, seguita dai più giovani 10-19enni (76 vittime). Queste due fasce d'età rappresentano il 70,3% del totale dei morti a causa di un selfie. Altre 20 vittime si contano nella fascia tra i 30 e i 39 anni, 2 tra i 50 e i 59 anni e 3 persone tra i 60 e i 69 anni. Delle 259 vittime, 153 sono uomini, 106 sono donne”.
La causa principale di queste morti, sono nella maggior parte dei casi, incidenti; nello specifico l’84% sono stati causati da manovre ad alto rischio e riguardano per lo più giovani tra i 10 e i 29 anni: 70 persone sono morte per annegamento, 51 sono rimaste vittime di incidenti con mezzi di trasporto, gli ultimi due, in Italia, solo due giorni fa, si chiamavano Luigi Visconti e Fausto Dal Moro, che postano su Facebook un video della loro folle corsa in autostrada oltre i 200 Km/h poco prima che la Bmw sopra la quale correvano sbandasse e si schiantasse uccidendoli.
Sono invece 48 le persone morte scattando un selfie mentre si trovavano in caduta libera da un’alta quota, lo stesso numero di persone che invece durante l’autoscatto sono finite in fiamme, 16 fulminate da scariche elettriche. Per quanto riguarda le ar mi da fuoco sono 11 le persone decedute mentre armeggiavano pistole o fucili; 8 invece gli attacchi mortali subiti da animali selvatici con i quali, magari, si voleva solo scattare una foto ricordo; letale, purtroppo.
In generale, comunque, sono i treni la prima causa di morte da selfie con un mezzo di trasporto, irresistibile per qualcuno, a quanto pare, l’idea di un autoscatto sui binari pochi istanti prima del passaggio, gioco evidentemente sconsigliabile. Come scrive Il Fatto Quotidiano “Tutti rischi, questi, alimentati da alcune tendenze dei social network.
Digitando su Instagram l’hashtag #extremeselfie spuntano più di 11.500 post di persone che si sono scattate foto in luoghi e condizioni a dir poco pericolose. In bilico su una roccia precaria in cima a uno strapiombo, aggrappati ai tiranti di un ponte sospeso, oppure in equilibro sul parapetto del terrazzo di un grattacielo. Ma c’è anche di peggio, come chi cavalca un’auto in corsa come fosse una tavola da surf: il numero di like è correlato al grado di pericolosità”.
È evidente dunque che non si tratta di un problema legato a pochi utenti che amano un rischio che poi pagano a caro prezzo, ma si tratta di un qualcosa di più dilagante, qualcosa società virtuale non solo apprezza, ma in qualche modo premia; ed è questo probabilmente il pericolo più grande.