Nessuna volontà da parte di Carola Rackete di speronare la motovedetta della Guardia di finanza, ma solo l'intento di ultimare l'operazione di ingresso in porto e attracco, e quindi nessun pentimento per aver condotto la Sea Watch e i migranti a Lampedusa. Fermo restando le scuse alla stessa Gdf che la capitana ha fatto per il fatto che si siano crati dei momenti di pericolo.
Lo hanno ribadito oggi, in momenti diversi, Giorgia Linardi, la portavoce della ong tedesca, e l'avvocato Salvatore Tesoriero, uno dei due legali che assistono la comandante della nave mercantile battente bandiera olandese. In una conferenza stampa tenuta nella villetta comunale di Lampedusa, la portavoce ha detto che Carola "si è sacrificata per portare a terra i migranti e non si è pentita di quanto ha fatto, perché ha agito in stato di necessità".
Linardi ha quindi sottolineato che da parte della Guardia di finanza c'è stato un "tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare". I finanzieri hanno deciso "di infilarsi nello spazio già ridotto tra la nave e la banchina nel momento in cui la nave stava già attraccando".
La motovedetta delle Fiamme Gialle era già davanti alla banchina e manovrava avanti e indietro mentre la Sea Watch proseguiva. Quindi la motovedetta "è rimasta in quello spazio che inevitabilmente si sarebbe chiuso. È stata una manovra molto difficile che non si aspettava di dover fare".
Per la portavoce della Ong è "irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare". Linardi ha anche raccontato che quelle stesse forze dell'ordine che erano sul posto, che hanno avviato le indagini e che poi hanno poi arrestato la Rackete non hanno avuto "la stessa attenzione per tutte quelle persone che hanno pesantemente insultato la comandante. Si è lasciato per parecchio tempo che persone insultassero la comandante e l'equipaggio"
Nella gioranta di domenica, intanto, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli hanno chiesto la convalida dell'arresto della comandante della nave Sea Watch. I reati contestati sono la resistenza a pubblico ufficiale e la resistenza o violenza a nave da guerra. I pm chiedono solo il divieto di dimora in provincia di Agrigento.