La trattativa è durata mesi e in mezzo c'è stato un cambio di governo, ma alla fine l'accordo tra sindacati e ministero dell'Istruzione per la stabilizzazione dei docenti precari è stato firmato e questa volta senza la formula "salvo intese" che invece era stata apposta quando la negoziazione era stata fatta dall'ex titolare di viale Trastevere, Marco Bussetti. "è una delle prime questioni di cui mi occuperò", aveva detto pochi giorni dopo il suo insediamento il neoministro Lorenzo Fioramonti, che stasera, subito dopo la firma, ha garantito che l'intesa sarà presentata al "prossimo Consiglio dei ministri".
L'accordo, che fa seguito a quello del 24 aprile 2019 quando era presente anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, prevede un decreto legge per bandire un concorso ordinario e uno straordinario che permetterà a circa 24 mila precari, con alle spalle un'esperienza di insegnamento di almeno 36 mesi nella scuola statale, di poter salire in cattedra già nell'anno scolastico 2020-2021.
Fioramonti ha assicurato che grazie al decreto e quindi ai due concorsi, straordinario e ordinario, a breve ci "saranno circa 50 mila insegnanti in più nelle scuole italiane". Il documento, firmato oggi dal ministro e dai rappresentanti delle principali sigle sindacali del comparto scuola (Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals). contiene dunque l'impegno "di bandire, contestualmente a quello ordinario, un concorso straordinario abilitante per almeno 24 mila posti nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, riservata ai docenti che abbiano almeno 3 anni di anzianità pregressa nella scuola secondaria statale, anche sul sostegno, dei quali uno nella classe di concorso per la quale concorrono.
Il concorso prevede - si legge nell'accordo - una prova scritta selettiva computer-based composta da quesiti a risposta multipla, per la quale è previsto il punteggio minimo di sette decimi. Durante il periodo di prova, ripetibile, i neoimmessi in ruolo dovranno acquisire, qualora non ne siano già in possesso e con oneri a carico dello Stato, i 24 crediti formativi universitari o accademici di cui al decreto legislativo numero 59 del 2017".
Nell'accordo viene anche precisato che "il periodo di prova si concluderà con un esame orale selettivo, col punteggio minimo di sette decimi, nella quale i neoimmessi dovranno dimostrare di saper progettare e condurre una lezione. A tal fine il comitato di valutazione sarà integrato da almeno un membro esterno scelto tra i dirigenti tecnici, i dirigenti scolastici e i docenti della medesima classe di concorso". L'intesa, dopo diversi tira e molla, ha soddisfatto i sindacati che da tempo chiedevano un'attenzione del governo per risolvere l'annosa questione dei precari della scuola. Insieme al decreto legge nell'accordo è previsto anche l'impegno del ministro "a presentare al Consiglio dei ministri un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica, da stilare a seguito di un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali, che disciplini percorsi strutturali di formazione e amministrazione del personale docente".
A sua volta il ministero, "tramite i dipartimenti e le direzioni generali competenti, attiverà Tavoli tecnici congiunti con le organizzazioni sindacali, finalizzate alla legge di bilancio, in tema di semplificazione amministrativa per le istituzioni scolastiche ed educative, nonchè di personale docente e Ata".