Barche arenate e documenti d'identità in arabo sulla sabbia testimoniano il fenomeno degli sbarchi 'fantasma' sulla coste della provincia di Agrigento, dove i migranti arrivano senza essere avvistati e si disperdono nell'entroterra prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. La Procura di Agrigento ha avviato un'indagine. L'ultimo ritrovamento è quello del documento di un cittadino tunisino nei pressi di un'imbarcazioni spiaggiata nella Riserva naturale di Torre Salsa. Piccoli natanti eludono i controlli dei dispositivi Frontex e EunavforMed, e il monitoraggio del nucleo Ricerca e Soccorso della Guardia Costiera. Gli inquirenti cercheranno di capire come, chi stabilisca le rotte e si vi siano complicità da terra.
Sono sei i pescherecci, di diverse dimensioni, al momento si trovano arenati sul bagnasciuga delle coste agrigentine. Per uno di loro è stata già disposta la demolizione. Le imbarcazioni vengono utilizzate da migranti dell'area del Maghreb e in alcuni casi gli arrivi sono stati filmati e fotografati da bagnanti presenti in spiaggia. Buona parte degli sbarchi però avviene di notte.
"Dalla mia veranda ho visto questi arrivi notturni - dice Antonella, una donna che abita a poche centinaia di metri dalla battigia - a volte vengono lasciati da alcuni barconi, che poi ritornano indietro, altre volte lasciano il peschereccio e si avventurano nella Riserva naturale orientandosi con le luci dei loro telefonini". Su questi sbarchi "fantasma" sta indagando la Procura di Agrigento. Durante l'ultimo sopralluogo degli investigatori è stato ritrovato un documento di identità di un ragazzo tunisino, classe 1994 su cui si stanno svolgendo i necessari approfondimenti. "Queste barche restano qui per alcuni giorni, anche mesi - dice Claudio Lombardo dell'associazione Mare Amico - si distruggono a causa delle mareggiate e dietro le dune ritroviamo gli indumenti che si cambiano all'arrivo".
Il direttore dell'ufficio delle Dogane di Porto Empedocle, Roberto D'Arminio, ha disposto per il prossimo 17 agosto la demolizione di un peschereccio utilizzato per le traversate, affidando il compito a una ditta esterna. "Ci chiediamo perché non poter affidare queste barche a cooperative di pescatori o associazioni del terzo settore che potrebbero utilizzarle per diversi scopi", commenta Lombardo.