Il viceministro alle Infrastrutture della Lega, Edoardo Rixi, è stato condannato a 3 anni e 5 mesi in primo grado nell'ambito del processo noto come 'Spese pazze' in Regione Liguria e si è dimesso dall'incarico. La sentenza della seconda sezione penale del tribunale di Genova, presieduta dal giudice Giuseppe Dagnino, ha inflitto una pena più grave di un mese rispetto alla richiesta del pm Francesco Pinto, che era stata di 3 anni e 4 mesi. Rixi, che non era in aula, rispondeva di peculato e falso. Per Rixi è stata disposta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
"Sono tranquillo. Ho sempre agito per il bene degli italiani. Conto sull'assoluzione perché non ho mai commesso alcun reato, ma per l'amore che provo per l'Italia e per non creare problemi al governo ho già consegnato nelle mani di Matteo Salvini le mie dimissioni" ha detto Rixi. Salvini ha accettato le dimissioni per tutelare il governo.
Rixi era imputato assieme a 22 tra consiglieri ed ex consiglieri regionali della Liguria. Cinque i capi di imputazione a suo carico, due dei quali in concorso con ex consiglieri regionali: tra questi figura Francesco Bruzzone, oggi senatore della Lega. Secondo la Procura, il viceministro - che all'epoca era capogruppo della Lega in Regione - avrebbe approvato i rendiconti delle spese senza verificarne la congruenza con l'attività istituzionale.
Secondo l'accusa, i consiglieri regionali - nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 - si sarebbero fatti rimborsare cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari, spacciandole per spese istituzionali.
In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori, in altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, facevano riferimento ai periodi delle festività natalizie, Pasqua, primo maggio, per questo "sospetti" agli occhi degli inquirenti.