Se adesso Roma stia rischiando un’epidemia a causa della crisi dei rifiuti se lo chiedeva due giorni fa Amélie Bruers, la giornalista che ha pubblicato un dettagliato articolo-denuncia sul sito della Rtbf, la tv nazionale belga. Una domanda che in queste ore sta ormai facendo il giro del mondo e passa di bocca in bocca tra i tanti turisti stranieri che affollano la capitale, esterrefatti per il troppo caldo, l’odore nauseabondo che circola per l’aria e per l’immagine dei cumuli di immondizia che stazionano attorno ai cassonetti, ormi colmi e strabordanti di sacchetti di ogni genere, taglia e pezzatura.
Tanto che proprio due giorni fa la Regione Lazio ha allertato le Asl “in relazione ai possibili effetti sulla salute pubblica” collegata al “protrarsi della mancata raccolta dei rifiuti a Roma” e chiedendo di “verificare la corretta rimozione dei rifiuti in particolar modo nelle vicinanze di ospedali, nidi e scuole materne e spazi pubblici adibiti ad attività collettiva come i mercati rionali” come si poteva leggere anche su Il Messaggero. Dal VI Municipio sono poi arrivate le foto che documentano l’invasione dei cosiddetti “bigattini”, cioè i vermi che prosperano e prolificano sotto la coltre dei rifiuti. Tanto che sul possibile ”rischio epidemia” c’è un esposto del Codacons contro il Comune di Roma.
Infatti la Asl Rm1 ha avvisato che la situazione da un momento all’altro potrebbe “diventare più pericolosa” e per evitare che si passi il segno “sarebbe però necessario non solo rimuovere i rifiuti ma provvedere a una sanificazione e a una bonifica dei cassonetti e dell’asfalto almeno di prossimità” si poteva leggere sul sito Blitzquotidiano. Allarme per altro lanciato anche oggi da Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità in un’intervista all’edizione di carta de Il Messaggero, il quale mette l’accento sulla proliferazione di ratti e zanzare.
"Tenete a casa i bambini, soprattutto quelli affetti da allergie", raccomanda la Società italiana medici pediatri, mettendo in guardia dal pericoloso mix di temperature torride e cumuli maleodoranti di rifiuti in strada” e anche, qua e là, per il rischio diossine sprigionate nell’aria, sia a causa della putrefazione sia per qualche cassonetto dato ancora alle fiamme, come accaduto a Torrevecchia, documenta la Repubblica online. E sull’edizione di carta del quotidiano romano si possono leggere i consigli di un infettivologo, il prof. Francesco Nicola Lauria, che avverte di avvicinarsi ai cassonetti “per buttare i sacchetti indossando i guanti e con le scarpe chiuse”.
Roma è al collasso, dunque. Ed è una città provata e sul piede di guerra. Pronta ad una mobilitazione che potrebbe assumere proporzioni massicce. Il malcontento è diffuso e l’intolleranza cresce, aumentata anche dalle temperature africane che non danno tregua. Tuttavia, ancora qualche ora fa, alle 9.30 circa, la Sindaca Virginia Raggi in un post su facebook denunciava che “sui rifiuti è in corso una guerra: la guerra dei rifiuti” perché “qualcuno vuole riportare ‘l'apostata’ al ‘precedente credo’. La gestione dei rifiuti di Roma, da tempo immemorabile – scrive la sindaca – si è fondata su una ‘commistione tra attività legali ed illegali’ ma oggi ‘si constata un inceppamento’: queste sono le parole che la Procura Nazionale Antimafia utilizzava nel 2016 per descrivere la recente rottura di un "meccanismo" perverso nel ciclo dei rifiuti. Fatto di amicizie ‘poco raccomandabili’ che alcuni privati utilizzano per smaltire in modo economico e veloce”.
E la prima cittadina ritorna sul tema degli incendi nei Tmb gridando ancora una volta al complotto: “Roma è #sottoattacco – scrive – Roma non si piega”, promette. Tuttavia le parole scritte da Virginia Raggi sembrano ferme ad una situazione precedente, di qualche mese fa, mentre ora siamo ben oltre. Perché “i cittadini devono fare i conti con il mancato ritiro dei rifiuti da parte dell'Ama, ormai sempre più inadempiente” si poteva leggere già quattro giorni fa su la Repubblica online.
Mentre oggi l’edizione cartacea de Il Messaggero titola in prima pagina: “Roma rischia la salute”, indicando i 5 errori che soffocano Roma, che sono l’aver sottovalutato la riduzione delle attività annunciata per la discarica di Malagrotta; il non aver attivato tutti gli impianti che Ama aveva ed ha a disposizione; un’Azienda lasciata senza vertici dal Campidoglio; la disorganizzazione del trasporto dei rifiuti nelle altre Regioni e, dulcis in fundo, di non aver organizzato squadre speciali di addetti per far fronte e arginare la crisi. Che “a 40 gradi poteva essere evitata” scrive il quotidiano della Capitale.
In questa situazione, tesa, accaldata, emergenziale e di sempre più imminente rischio sanitario, molti cittadini stanno pensando ad una mobilitazione di protesta, che si rincorre sul web dove è molto accesa le discussione sulla questione rifiuti. Mentre da alcuni giorni si assiste a mobilitazioni spontanee nei quartieri, sit in alla Regione (contro l’apertura di una nuova discarica a Riano), piccoli cortei.