Una settimana dopo l'avvio di quanto previsto dall'ordinanza della Regione Lazio per fronteggiare la crisi di raccolta e smaltimento dei rifiuti che si protrae da alcune settimane a Roma, la situazione nelle strade della città va lentamente migliorando. Ma non mancano le zone, disseminate in tutto il perimetro urbano, soprattutto nelle periferie, dove i sacchetti della spazzatura si accumulano ancora fuori dai cassonetti.
Solo negli ultimi 4 giorni l'Ama, la municipalizzata per l'ambiente che grazie all'ordinanza dispone di maggiori spazi per il conferimento dell'indifferenziato nei Tmb del territorio regionale, ha raccolto 13 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati avviandoli al trattamento. Sono stati collocati quasi 400 cassonetti nuovi ed è partito un servizio di lavaggio stradale con autobotti: fino ad ora sono stati utilizzati oltre 120 mila litri di sostanze igienizzanti.
L'obiettivo è quello di avere le strade pulite entro la fine della prossima settimana. L'obiettivo è stato concordato nel corso del vertice tra il sindaco Virginia Raggi, il governatore Nicola Zingaretti, il prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, e il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, quest'ultimo nel ruolo di mediatore dopo lo scambio di accuse tra Campidoglio e Regione sulla responsabilità della crisi.
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Nel frattempo Ama continua a lavorare per sondare la possibilità di inviare parte dell'indifferenziato in un paese della Ue, opzione che pero' prevede costi elevati e riguarderebbe comunque un numero esiguo di tonnellate. All'origine dei problemi delle ultime settimane la fragilita' del ciclo cittadino. Da metà giugno Ama fatica a trattare le circa 3.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati che vengono prodotti ogni giorno in città a causa dei lavori di ristrutturazione dei 2 Tmb di Malagrotta, che si protrarranno fino a settembre, con la conseguente lavorazione di 500 tonnellate in meno al giorno.
Nei giorni scorsi sono rimaste in strada fino a 600 tonnellate di pattume al giorno, che si accumula attorno ai cassonetti poiché l'Ama non sapeva dove indirizzarli. L'ordinanza della Regione e gli sforzi ulteriori messi in campo da Ama stanno aiutando a far rientrare la situazione. Resta però il nodo nel lungo termine di nuovi impianti di trattamento da realizzare nel territorio di Roma. Il nuovo piano industriale di Ama, a cui il Cda nominato nelle scorse settimane sta lavorando, dovrà necessariamente fornire delle risposte a riguardo.
L'ultimo documento organizzativo della partecipata - che prevedeva 11 strutture per lavorare le varie tipologie di rifiuti - è stato ritenuto irrealizzabile dal Campidoglio. L'unica certezza è che con l'attuale configurazione impiantistica, alla minima criticità in uno passaggio del ciclo di smaltimento, la città non sa letteralmente dove conferire una parte dei suoi rifiuti.
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