C’è chi decide di tatuarselo sul braccio, chi ne fa un mantra e chi lo usa a didascalia delle foto che pubblica sui social network. Se c’è un termine che oggi va di moda, quello è “resilienza”. Ma cosa significa? E perché è una questione seria? In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Ma secondo l’Istituto statunitense HeartMath, non è solo questo: la resilienza è anche la capacità di prepararsi a vivere e gestire in maniera efficace un momento difficile.
La resilienza parte dal cuore
Questa capacità - spiega Lara Lucaccioni, trainer di HeartMath - la si può ottenere grazie alla pratica multiuso della coerenza cardiaca, messa a punto dalla stessa organizzazione non profit dopo 25 anni di pubblicazioni scientifiche. Si tratta di allineare cuore e cervello grazie a ritmi cardiaci armonici, basati sulla respirazione, che permettono l’autoregolazione emotiva.
“Il cuore è dotato di un piccolo cervello, che a ogni battito non solo pompa sangue, ma trasmette informazioni neurali, ormonali, di pressione ed elettromagnetiche a tutto il corpo. In particolare è l’interazione tra il piccolo cervello del cuore, attraverso il ritmo cardiaco, e il cervello della testa a impattare su come funzioniamo bene mentalmente”. In che modo? “Il cuore e il cervello emettono campi elettromagnetici e comunicano di continuo tra di loro: possono entrare in risonanza, in armonia, tra loro e facilitare le relazioni e la comunicazione.
Il campo elettromagnetico del cuore, inoltre, rispetto a quello del cervello, è molto più vasto e, se in coerenza, facilita il pensiero, la presa di decisioni, il problem solving, la comunicazione, l’apprendimento, l’accesso all’intuizione. Mettendo in fase cuore e cervello si può ottenere il massimo da entrambi, sincronizzarli, mettere in equilibrio cuore, emozioni, cervello, sistema ormonale e sistema nervoso”.
Funziona?
Secondo i dati di HeartMath, studi condotti su oltre 11.500 persone hanno dimostrato miglioramenti tangibili del benessere mentale ed emotivo dopo appena 6/9 settimane di utilizzo sinergico delle tecniche di coerenza cardiaca. In particolare, il 24% ha fatto registrare una maggiore concentrazione, il 30% il miglioramento del sonno, il 38% l’incremento della calma, il 46% il calo dell’ansia, il 48% quello della stanchezza e il 56% la diminuzione della depressione.
“Le tecniche di HeartMath sono usate persino dalla Nasa, l'agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America”, sottolinea la società.
Un workshop per imparare la tecnica
La coerenza cardiaca è al centro del workshop ufficiale di HeartMath® per l’efficacia personale e professionale “Il vantaggio della resilienza” che, in tour per la prima volta in Italia con Lara Lucaccioni, domenica 14 aprile farà tappa a Roma, presso il Polo formativo in Via Cristoforo Colombo 12.
“Il workshop di tipo teorico-pratico - riporta il comunicato stampa - rappresenterà un viaggio attraverso tecniche semplici e riproducibili nel quotidiano, che autoregolando le emozioni, permettono di imparare a gestire meglio lo stress, ottenere la centratura per gestire momenti difficili, recuperare energia dopo un episodio di frustrazione e consumo emotivo, comunicare in maniera efficace ed efficiente, trovare soluzioni per stimolare la propria intuizione. Uno degli obiettivi del workshop, in cui i partecipanti avranno a disposizione un manuale operativo, è identificare momenti quotidiani in cui le tecniche imparate sono utili e creare un programma di pratica individuale a casa per ottenere uno standard migliore”.