Il paesaggio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene è il 10 sito al mondo che rientra nel patrimonio Unesco come "paesaggio culturale", un paesaggio modellato da un'interazione uomo-ambiente in continua evoluzione.
La candidatura era stata avanzata per la prima nel 2010 e nel 2017 aveva ricevuto il sostegno dell'allora ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, anche se alcune sigle ambientaliste come Wwf e Legambiente avevano criticato gli effetti della viticoltura intensiva e dell'uso dei pesticidi nella produzione delle colline del Trevigiano.
Lo scorso anno l'iscrizione era stata rinviata all'ultimo per soli due voti, quelli di Spagna e Norvegia. Tra Conegliano a Valdobbiadene ci sono 30 chilometri di colline con versanti ripidissimi ricoperti di vigneti che rappresentano il mondo del Prosecco. In questo territorio negli anni '60 è nata la prima strada italiana dedicata al vino, grazie al clima e a un terreno in cui 250 milioni di anni fa emerse dal mare una barriera corallina.
I vigneti sono collocati sulle "rive" (come vengono chiamate in dialetto le salite) e questo rende particolarmente faticoso il lavoro dei viticoltori. Un lavoro ripagato dal successo mondiale del Prosecco che nel 2012 ha superato le vendite dello champagne, suggellando l'affermazione di un vino reso popolare dalla bassa gradazione alcolica e da una lavorazione più breve e semplice rispetto allo spumante prodotto con metodo classico che ne rendono il prezzo accessibile.
Lo scorso anno sono state vendute 464 milioni di bottiglie Doc di Prosecco (+21% sul 2017), prodotte su oltre 24mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, di cui due su tre all'estero.
Nella descrizione ufficiale dell'Unesco, si legge che "la zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l'una dopo l'altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall'Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. Se Conegliano ospita molti istituti legati al vino, Valdobbiadene è invece il cuore produttivo dell'area vinicola. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne e' sempre stata nelle mani di piccoli produttori.
E' grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all'amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l'uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame e' uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra".