Il 3 maggio scorso Autostrade per l’Italia ha pubblicato un bando di gara per rinforzare il ponte Morandi di Genova. I lavori, che non sono mai iniziati perché la gara non è ancora stata assegnata, riguardavano “interventi di retrofitting strutturale del Viadotto Polcevera al km 000+551 dell’Autostrada A10 Genova-Savona”.
In particolare “il progetto di retrofitting” si legge nei documenti presenti sul sito web di Autostrade per l’Italia, “prevede il rinforzo degli stralli di pila n. 9 e 10 poiché quelli di pila n.11 sono stati oggetti di rinforzo negli anni ‘90”.
Il ponte Morandi è crollato il 14 agosto in prossimità dello strallo di pila numero 9 anche se non è ancora chiaro se a determinare il crollo è stato il cedimento strutturale della strada, del pilone o dello strallo.
Il bando valeva quasi 20 milioni e 160 mila euro e il tempo massimo previsto per i lavori era di 784 giorni. Nell’”inquadramento dell’opera” si legge che il Viadotto Polcevera “è un opera strategica” ed è “l’unico strallato di tutta la rete autostrade per l’Italia”.
Da notare il passaggio dedicato alla parte del ponte che sarebbe crollata: “Le tre campate principali (su undici totali, ndr) necessarie per superare il torrente Polcevera, il parco ferroviario ed alcune importanti arterie viarie cittadine, sono state realizzate con il sistema bilanciato, in cui l’impalcato è sostenuto da tiranti di cemento armato precompresso, denominati stralli, che partono dalle sommità di antenne ad “A”, alte fino a 50 metri dal fondo valle”.
Particolare attenzione, nel bando di gara, viene riservata allo “stato attuale dei sistemi bilanciati”: “La zona a sistema bilanciato è costituita da tre pile strallate (pila n. 9, 10 e 11) unite tra loro da cavi in cemento armato precompresso. Tutte e tre le pile strallate sono costituite da quattro elementi fondamentali: antenna, cavalletto, impalcato e stralli. I sistemi oggetti di intervento strutturale di retrofitting sono il sistema 9 e 10”.
L’intervento previsto consisteva “nella disposizione di nuovi cavi esterni che vanno dal traversone dell’impalcato fino alla sommità delle antenne”. Erano inoltre previsto lungo lo strallo “delle cravatte porta cavi in acciaio… collegati al traversone dell’’impalcato e alla sommità dell’antenna per mezzo di blocchi di ancoraggio in acciaio”.
Questa ulteriore operazione necessitava l’utilizzo di gru ed era previsto che si sarebbe svolta solo “con lavorazioni notturne”. Complessivamente nel bando erano previsti 550 mila chilogrammi di acciaio e 1200 metri cubi di calcestruzzo e malte. La gara si è chiusa l’11 luglio scorso.