La Commissione d'inchiesta del Ministero delle Infrastrutture sul crollo del ponte Morandi di Genova accusa Autostrade per l'Italia (Aspi) di aver minimizzato o celato lo stato in cui era il viadotto Polcevera, impedendo di fatto una corretta vigilanza sull'operato del concessionario.
"L'esame di tutta la documentazione reperita sulla gestione delle attività comunque connesse al viadotto Polcevera da parte degli uffici della Direzione generale per la vigilanza autostradale e dall'ufficio territoriale competente - si legge nella relazione - porta a ritenere che, quantunque non si possa affermare che la vigilanza segna un automatico schema del tipo input-output, ma debba svolgersi officiosamente senza soggiacere a una preventiva allerta evidenziata dal soggetto controllato, un normale principio di leale collaborazione improntato all''intuitus fiduciae' sotteso a qualunque rapporto di concessione, implica che il concessionario non debba minimizzare o celare, come avvenuto nel caso in ispecie, gli elementi conoscitivi indispensabili che consentano al concedente di dare compiutezza sostanziale ai suoi compiti di vigilanza".
"Per quanto riguarda infine le funzioni consultive svolte dal Comitato tecnico del provveditorato - si legge - emerge, nel caso concreto, che esse non si sono potute espletare in modo compiuto a causa della omissione della segnalazione delle criticita' non riportate con la dovuta evidenza negli elaborati progettuali presentati da Aspi".