27 luglio 1993. La paura del colpo di stato
Nella notte tra il 27 e il 28 un uomo sollevò la cornetta del telefono e non sentì alcun segnale, come se l’apparecchio fosse isolato. Provò e riprovò, ma nulla. “È un colpo di Stato” pensò. Quell’uomo era Carlo Azeglio Ciampi e quella linea telefonica doveva essere attiva, sempre e comunque, perché collegava Palazzo Chigi con il Quirinale. Poco prima in via Palestro, a Milano, era esplosa un'autobomba che aveva ucciso 5 persone, Poco dopo altri due ordigni sarebbero a Roma, fortunatamente senza fare vittime. Era il nuovo capitolo dell'attacco terroristico-mafioso alla Repubblica per ottenere un allentamento del carcere duro per i boss. E solo un caso impedirà che ci sia un'altra strage, quella che forse sarebbe stata la più grave della storia del Paese.