L’arresto di Domenico Lucano, sindaco del piccolo comune di Riace, nonché inventore di un nuovo “metodo” di accoglienza nei confronti dei migranti preso ad esempio e incensato addirittura nel mondo, ha infiammato la piazza social che si è divisa tra chi accusa l’attuale governo di aver architettato tutto per togliere di mezzo un personaggio che dava fastidio (senza ricordare che però l’indagine è partita ben prima che l'esecutivo giallo-verde fosse ancora concepito) e chi rinfaccia a Lucano di aver comunque violato le regole, non importa con quale fine.
In rete niente viene cancellato, si sa, e da qualche giorno è diventato virale un video realizzato nel 2016 da un quotidiano online di Catanzaro, CalabriaMagnifica.it. Il giornalista, raccontando dal luogo il famoso “Modello Riace”, intervista un signore baffuto incontrato in un bar che, in pausa tra due sorsi di birra, racconta una storia diversa da quella decantata nel mondo. Un video, come riporta Repubblica, condiviso anche dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.
La sinistra ha manifestato solidarietà al sindaco di #Riace, ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 6 ottobre 2018
Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, diranno le stesse cose? pic.twitter.com/C7Ai2OhJpk
Cosa dice Pietro Zucco
“Nella cooperativa che si occupa della raccolta della spazzatura lavorano solo immigrati. Mi domando perché, forse perché a noi se ci assumono ci devono dare i soldi che ci toccano mentre a loro danno 200 euro”, dice e poi “il colmo è che nel Paese della solidarietà e dell’accoglienza per il capitolo politiche sociali del Comune zero soldi. Si trovano i soldi per fiori, per tutto, ma se qualche famiglia sta male non ci sono soldi”.
E ancora: “Il sindaco si è permesso di andare a Porta a Porta e mentire spudoratamente a Bruno Vespa. Dice ‘ci sono stati atti di violenza?’, risponde ‘No mai’. E invece il primo che gli immigrati hanno preso a ceffoni è stato lui. Poi c’è stato un sequestro di persona, accoltellamenti a Riace Marina, hanno bruciato la bandiera. Se questa non è violenza. Però non può dire che ci sono queste cose, se no lui non appare più come il grande salvatore. Io lo chiamo il ‘Fenomeno’, il ‘Grande Padre’. Lui epura e depura. Epura tutti i ragazzi di Città Futura o di altre associazioni che lo contestano. Tutti via. E depura quando ci sono le interviste, perché quello che diciamo noi non viene mai trasmesso”.
Accuse pesanti insomma, che questo libero cittadino riacese esprime senza timore, anzi prosegue: “Mi chiamo Pietro Zucco io, mi assumo la responsabilità. Lei non troverà quasi nessuno che parla, solo i lecchini. […] Ecco, questa è Riace, non è tutto un Eldorado qui. Qui è tutto un bluff, coperto da tutti quanti perché tutti i regimi hanno bisogno di miti”.
Sì, ma chi è Pietro Zucco
Ma quando l’uomo del video rivela il suo nome a qualcuno drizzano immediatamente le antenne, perché Pietro Zucco da quelle parti non è esattamente un cittadino qualunque. A svelarlo è il Corrieredellacalabria.it, che ricorda che Pietro Zucco aveva assunto la carica di vicesindaco dell’amministrazione precedente a quella di Lucano, quindi l’amministrazione che Mimmo ‘U Curdu (così è soprannominato l’attuale sindaco di Riace) aveva mandato a casa tre mandati fa; parrebbe comprensibile dunque che il signor Zucco non condivida la smisurata simpatia che invece Lucano sta incassando in questi giorni.
Ma soprattutto Zucco, la cui intervista è stata riesumata per primo dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, sarebbe già salito agli onori della cronaca quando “fu arrestato – come scrive il quotidiano calabrese e come verificato dal debunker David Puente – come testa di legno del clan Ruga Metastasio”. Sul sito iacchite.com, quotidiano che invece si occupa della zona di Cosenza, si può trovare anche il comunicato stampa diramato dalla Guardia di Finanza il giorno dell’arresto del signor Zucco dal quale si apprende che il soggetto in questione, come scrive il sito, “Ha gestito il noto ristorante la Scogliera, mentre faceva il vicesindaco di Riace, di proprietà di Cosimo Leuzzi, boss del posto, oggi al 41 bis. Ristorante che in seguito verrà confiscato dalla Dda e affidato al Comune di Riace. Pietro Zucco ha anche gestito “la cava di Stilo” che la Dda ritiene riconducibile a Vincenzo Simonetti soggetto affiliato alla cosca Ruga-Metastasio. Inoltre Pietro Zucco (...) non ha mai lavorato per Lucano, ma per un’altra associazione, “Los Migrantes” di Riace, il cui presidente era tale Salvatore Romeo. Associazione con la quale sono sorti diversi problemi, e qualcuno racconta che il signor Zucco è stato allontano perché non gradito”.
Potrebbe essere un inciampo da poco, uno di quei video ai quali Internet concede un quarto d’ora di gloria virale prima di scomparire nel nulla, se non fosse che il 6 ottobre sera improvvisamente le visualizzazioni dell’intervista accelerano improvvisamente: Salvini ha condiviso il video sulla sua bacheca Facebook, chiedendo ai follower due minuti del loro tempo per sentire cosa ha da dire “questo cittadino di Riace parlando del sindaco”, come riporta il Fatto Quotidiano. Qualcuno in calce al video suggerisce a Salvini che forse non è opportuno che il Ministro dell’Interno combatta le sue battaglie politiche prendendo in prestito le parole di una persona vicina ad un clan della ‘Ndrangheta, ma i social media manager del Ministro hanno lasciato il post dov'era: visibile e commentabile. Del resto Pietro Zucco continua a far politica nel riacese. Con quale partito? Noi con Salvini.